Assolti per insufficienza di prove i tre sospettati della rapina alle poste di Castronno
Soddisfatti i difensori a fronte delle alte richieste della Procura. “Non si è raggiunta la prova in dibattimento”
Il palo? L’imputato è un signore attempato, ma alcuni testimoni parlavano di «un giovane».
E il commando che fece irruzione quel sabato mattina alle Poste di Castronno, mandando in agitazione forze dell’ordine e un intero paesino? «Parlavano straniero, o forse si esprimevano in una lingua strana» secondo altri, sentiti sempre nelle fasi dibattimentali del processo che vedeva tre persone accusate di rapina aggravata in concorso.
Invece gli altri due imputati erano di origini calabresi, arrivati al Nord non per fare una rapina ma per incontrare amici e parenti. Quindi sono andati tutti assolti per il dispositivo letto dal giudice del Collegio di Varese: articolo 530 comma secondo del codice di procedura penale, vale a dire assoluzione per insufficienza di prove.
La pronuncia nella giornata di martedì a fronte di richieste di condanne a pene detentive severe pronunciate dal pubblico ministero: 7 anni e 4 mesi per il palo, 8 anni e 6 mesi per gli altri due imputati a processo quali componenti del commando. Il giorno dell’assalto alle Poste era un sabato, il 31 marzo del 2018 quando la filiale venne assaltata e i banditi dopo aver intimato al direttore di farsi consegnare i contanti presenti in quel momento in cassa fecero perdere le loro tracce col bottino di 40 mila euro.
Le indagini portarono al commando nel corso di altre inchieste legate ad un filone investigativo dove si scandagliava l’ambente della malavita vicina alle famiglie di ‘ndrangheta, per colpire reati legati criminalità organizzata calabrese; intercettazioni che svelarono il viaggio di alcuni componenti della banda verso il nord. Secondo l’accusa. per fare il colpo. Per la difesa invece non c’è prova di questo collegamento né della presenza dei soggetti imputati sul posto nel giorno del colpo (e gli stessi imputati in aula si dichiararono estranei a fatti).
Il 21 marzo del 2019 sempre a Varese venne assolto con la medesima formula dell’insufficienza di prove anche un quarto uomo a dire degli investigatori coinvolto nella rapina per un quadro discordante sempre riferibile al contesto probatorio.
«Siamo soddisfatti per l’esito della sentenza», ha spiegato l’avvocato difensore Francesca Panaija del foro di Varese parlando anche a nome della collega Martina Zanzi.
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