I comitati di Malpensa scrivono a Mattarella: “Fermi l’espansione di Cargo City nella brughiera”

La rete dei comitati di Malpensa ha scritto al Presidente della Repubblica per denunciare quanto accaduto nell'iter che punta a rivedere la valutazione ambientale sul Masterplan Malpensa

masterplan malpensa

La rete dei comitati di Malpensa si appella al Presidente della Repubblica per fermare il decreto sulla qualità dell’aria, emendato ai fini di permettere l’ampliamento della cargo nell’aeroporto e approvato dal Parlamento nei giorni scorsi. Lo fa con una lettera nella quale si sottolinea quanto accaduto nell’iter che punta a rivedere la valutazione ambientale sul Masterplan Malpensa, per “bypassare” il No espresso dall’apposita commissione del Ministero dell’Ambiente all’espansione dell’aeroporto oltre le attuali reti che definiscono il sedime dello scalo, andando ad occupare le aree di brughiera “del Gaggio”. Vi proponiamo integralmente la lettera.

Egregio Presidente

Le scriviamo quali persone impegnate nelle istituzioni locali, associazioni, comitati, cittadini che da anni si occupano dei problemi legati alla presenza sul nostro territorio dell’aeroporto di Malpensa.

Ci permettiamo di disturbarla in relazione alla conversione in legge del Decreto Legge 121/2023 relativo alla qualità dell’aria ed alla limitazione della circolazione veicolare, il cui iter parlamentare si è concluso nella seduta del 24 ottobre e che ora è alla Sua firma per la promulgazione.

La nostra attenzione è focalizzata in particolare sull’art. 1 ter inserito come emendamento al testo originario del decreto legge. Dalla lettura degli atti parlamentari ed in particolare dal parere espresso da Comitato per La Legislazione della Camera e dalle questioni pregiudiziali presentate da alcuni deputati, emergono numerosi profili di incostituzionalità, che potrebbero giustificare l’esercizio delle prerogative previste dall’art. 74 della Costituzione, con il rinvio del provvedimento alle Camere.

Mai è accaduto nella storia repubblicana, che con un provvedimento legislativo si proponga di revocare un provvedimento amministrativo complesso come il Decreto di Compatibilità Ambientale emesso dal Ministro dell’Ambiente, provvedimento normato da disposizioni derivanti dal diritto comunitario che l’Italia è tenuta a rispettare.

Proporre per legge la revoca del decreto del ministro dell’ambiente assunto in data 08.06.2023 con il quale è stato approvato il Masperplan 2035 appare assolutamente ingiustificato ed arbitrario ed dunque in violazione della sentenza 116/2020 della Corte Costituzionale.

La procedura si è conclusa, infatti, positivamente per il proponente, con l’unica prescrizione che l’area cargo dell’aeroporto si debba espandere nelle aree già disponibili all’interno del sedime, e non al di fuori distruggendo 44 ettari di un’area naturalistica per la quale è in corso il procedimento di inserimento tra i Siti di Importanza Comunitaria: tant’è che il proponente non ha proposto alcuna impugnazione avanti agli organi giurisdizionali nel termine assegnato.

E, come ha sottolineato il Comitato per la Legislazione della Camera, il riconoscimento dell’area Cargo di Malpensa come un’opera strategica di preminente interesse nazionale sia in contrasto con l’art. 39 del nuovo Codice degli Appalti, che prevede una specifica disciplina perché questo riconoscimento possa avvenire.

Da ultimo non possiamo non rilevare come la norma “ad Malpensam“ sia stata inserita all’interno di un decreto-legge con finalità del tutto differenti: quello della tutela della qualità dell’aria.

L’espansione dell’area cargo e l’aumento del traffico merci, porterà, infatti con sé con tutta evidenza maggior inquinamento, comportando il passaggio di più velivoli e, una volta che le merci saranno state sbarcate, il passaggio di più camion per trasportarle a destinazione.

In aggiunta alle considerazioni di cui sopra, con riferimento alle ultraventennali e mai risolte questioni ambientali legate allo sviluppo dell’aeroporto di Malpensa, ci permettiamo di ricordare due precedenti importanti:

1) Il provvedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13.12.1999, meglio noto come Decreto D’Alema, che superò il Decreto del Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi e introdusse specifiche prescrizioni mai realizzate ed applicate;

2) La sentenza n. 2157/2012 della Corte d’Appello di Milano con la quale SEA è stata condannata a risarcire 8 milioni di Euro ad un privato cittadino per i danni arrecati dagli scarichi degli aeromobili ad un’area boscata in prossimità dello scalo.

Nella speranza che le nostre riflessioni e preoccupazione possano essere tenute da Lei in considerazione, porgiamo i più cordiali saluti.

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Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Ottobre 2023
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