Una scuola che non lascia indietro nessuno, la storia di don Lorenzo Milani arriva a Varese
Il pensiero del parroco e insegnante della piccola comunità di Barbiana sempre capace di animare il dibattito a oltre mezzo secolo di distanza e il ricordo di chi lo ha conosciuto nel convegno che ha aperto il Festival Glocal
La storia e il pensiero di don Lorenzo Milani hanno fatto tappa a Varese giovedì 2 novembre in Sala Montanari in occasione del convegno organizzato dalle Acli della Provincia di Varese e che ha inaugurato il Festival Glocal. Un’occasione per ripercorrere la vita del sacerdote e insegnante della piccola comunità di Barbiana (frazione di Vicchio in Toscana), ma anche per approfondire il suo pensiero e discutere su temi ancora attuali a oltre 50 anni di distanza dalla scomparsa di don Milani.
All’evento sono intervenuti Agostino Burberi, primo alunno della Scuola di Barbiana e Presidente della Fondazione Don Milani, e Mario Lancisi, giornalista e autore del libro Don Milani. Vita di un profeta disobbediente. A cento anni dalla nascita, intervistati da Marco Giovannelli, direttore di VareseNews. Nel corso della serata è stato proiettato il docufilm Barbiana ’65.
Formare cittadini consapevoli, curiosi e capaci di pensare con la propria testa; offrire una possibilità di riscatto per i più poveri e i più fragili; far nascere nei ragazzi la capacità di rispettare le leggi che ritengono giuste e il coraggio di battersi per cambiare quelle ritenute ingiuste. Questi sono solo alcuni degli obiettivi che don Lorenzo Milani ha inseguito nel corso di tutta la sua vita nella piccola scuola di Barbiana. Obiettivi forti, che lo portarono a trovare molti oppositori dentro e fuori le istituzioni religiose.
Una missione, quella di don Milani, che oggi porta avanti la fondazione che porta il suo nome. «La scuola di Barbiana – afferma Agostino Burberi – è viva e continua a essere punto di riferimento per moltissime persone. Accogliamo numerosi gruppi di insegnanti desiderosi di vivere l’esperienza di Barbiana anche solo per una mezza giornata. Possiamo poi contare su tante persone, anche giovani, impegnati come volontari, che animano la Fondazione e rappresentano il futuro della nostra realtà. Il nostro obiettivo è quello di cambiare il modo di fare scuola, promuovere valori e fare rete soprattutto attraverso le nuove generazioni: invitiamo ad esempio i giovani a partecipare in attività di volontariato all’interno di diverse realtà sociali del territorio. La nostra missione più importante è spronare i giovani a impegnarsi per una società migliore».
Il messaggio di don Milani è anche ciò che ha spinto Mario Lancisi ha scrivere un libro dedicato al sacerdote. «Sono un figlio di contadini – ha raccontato il giornalista e scrittore – che ha tentato di fare il ginnasio, ma venne bocciato. In aula mi trovato tra figli di avvocati, notai e impresari. Un ragazzo povero nella mia condizione aveva solo due alternative: andare a lavorare o, come nel mio caso, riprovare l’anno grazie al sacrificio dei genitori. Quando in quegli anni ho letto per la prima volta gli scritti di Milani, vi ho trovato tutte quelle cose che provavo dentro di me, ma che non riuscivo a esprimere. Mi colpì in particolare le sue idee di una scuola che si prende cura di tutti i suoi alunni anche dei più fragili e del valore che don Milani attribuiva alle culture diverse da quelle che venivano insegnate nelle scuole, Secondo don Milani, ognuno ha dentro di sé un tesoro che aspetta solo di essere scoperto».
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