A che punto è il Metaverso, la grande promessa
È stato uno dei grandi temi in discussione nel 2022. A distanza di un anno è finito in secondo piano rispetto alla grande enfasi sull'intelligenza artificiale. Lo sviluppo però va avanti e anche il giornalismo "prende le misure"
«Il 2022 è stato l’anno del Metaverso, che ha raccolto l’entusiasmo di tante realtà aziendali e investimenti, ma nel 2023 l’interesse sembra essere diminuito. Quali gli sviluppi e le opportunità, dunque, pensando al futuro di questa tecnologia?» Questa la domanda iniziale di Ilaria Notari, che ha moderato il panel tenutosi oggi 9 novembre nel salone Estense di Varese, all’interno del Festival Glocal.
Ospiti Valerio Bassan, digital strategist, e Flavio Arzarello, responsabile degli affari economici e regolatori per l’Italia di Meta. È stato proprio Arzarello a rispondere per primo alla riflessione di Notari sullo status di salute attuale del metaverso.
Internet e il Metaverso, dai sogni per il futuro agli sviluppi reali
«Se nel 1995 avessimo chiesto a un utente di internet cosa ipotizzava avremmo fatto nel 2023 non avrebbe mai immaginato gli sviluppi attuali, da quando prima ci si collegava in rete per inviare una mail, ad oggi e a tutto ciò che la rete ci permette di fare. Il metaverso in parte è già qui, ma è anche una strada che si sta costruendo».
Riflettendo su presente e futuro, Arzarello ha evidenziato una sostanziale differenza fra internet e metaverso: «Internet è una esperienza bidimensionale, mentre il metaverso sarà un’esperienza immersiva sempre più simile all interazione umana – effimera – in una piazza. Questo apre a riflessioni sulla moderazione, una questione importante sulla quale sarà necessario fermarsi».
Sulle particolarità di queste due tecnologie si è soffermato anche Bassan: «Possiamo definire il metaverso un contenuto espanso, mentre internet è quel tessuto connettivo che tanto ci ha permesso di fare in questi anni. Sul metaverso si vivranno sperienze uniche non solo per la fisicità percepita ma anche perché ciò che si potrà sperimentare sarà unico, non ripetibile».
E il giornalismo?
La discussione dei relatori si è poi spostata sulle conseguenze sul giornalismo, a partire da Chat Gpt, ma arrivando anche alla selezione delle notizie: una tesi è che, grazie scelte accurate, il metaverso potrebbe avere ripercussioni positive sui contenuti dei media (ad esempio, ha suggerito Bassan, mostrando ciò che funziona, situazioni cariche di positività da raccontare ai lettori ). I relatori hanno poi discusso di intelligenza artificiale, fra investimenti economici, ma anche interesse da parte dei professionisti della comunicazione, che «non sembrano spaventati da questa tecnologia».
Il tavolo di lavoro sul Metaverso
Un altro punto rilevante è stato dedicato al “work in progress”, a come sta andando il dibattito nella “stanza dei bottoni” di coloro che si interrogano sul futuro del metaverso.
«La riflessione sui contenuti che ci potranno essere nel metaverso sta coinvolgendo numerosi attori, che di concerto stanno analizzando sviluppi e potenzialità – ha raccontato Arzarello – ma che si sta interrogando anche sulla sua regolamentazione. Le aziende proporranno esperienze diversificate; ad esempio al tavolo di discussione sta partecipando anche Ikea (e sarà possibile immaginare una visualizzazione dei mobili che pensiamo di acquistare nella nostra casa per valutarne l’acquisto a priori)».
Una riflessione congiunta sulla quale Bassan ha espresso apprezzamento: «Importante ci sia e continui ad esserci una riflessione sui contenuti proposti, ma anche sul pubblico al quale offrirli visto che al momento la fruizione è limitata anche per i costi, ma anche sul modello di business e la presenza della pubblicità, che andranno regolamentate».
I test degli studenti in Medicina
Proprio sulla fruizione attuale dei Metaversi attualmente in uso si è espresso Arzarello: «Siamo ancora nella fase di early adopter, per questo occorre attendere, ma ci sono esperienze attuali come nell’education, nel fashion e nel learning che possono mostrare potenzialità future. Interessante ad esempio la possibilità di fare pratica per gli studenti in medicina, che altrimenti non avrebbero modo di sperimentare direttamente le tecniche chirurgiche».
Attenzione agli effetti sull’Educazione
Interessante il dibattito che tutto questo ha generato nel pubblico presente al salone Estense. Una delle prime domande è stata posta da una dirigente scolastica, che a partire dall’esperienza della didattica a distanza durante il Covid, ha evidenziato la necessità che nel tavolo tecnico di addetti ai lavori siano prese in considerazione le ripercussioni della tecnologia sul settore dell’educazione, un approccio che tenga conto degli effetti psicologici sui fruitori.
Una rassicurazione é arrivata da Arzarello, che ha fatto riferimento a sperimentazioni solo sull’ambito universitario, senza il coinvolgimento di cicli di istruzione primari.
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