Salute nei territori vicini a Malpensa, Unicomal Lombardia lancia l’allarme
Il presidente dell'associazione ambientalista Beppe Balzarini parte dalla sentenza sull'inquinamento da scarichi degli aerei e chiede ai Comuni di prendere provvedimenti
«La sentenza 11169/2008 (Quintavalle) ha posto le condizioni per iniziare a ragionare sulla situazione relativa all’inquinamento prodotto dall’aeroporto di Malpensa e al relativo primo caso di “danno ambientale” causato da un aeroporto». Così Beppe Balzarini, presidente dell’associazione ambientalista Unicomal Lombardia, chiede alle amministrazioni comunali del nostro territorio di farsi carico del problema ambientale provocato dall’aeroporto di Malpensa: « Preso atto che il risultato delle perizie disposte dal Tribunale di Milano ha confermato quanto rivendicato dall’Azienda Quintavalle ed ha motivato un significativo indennizzo, ci è sembrato automatico il sillogismo “alberi sotto agli aerei = danno ai vegetali”, “uomini sotto agli aerei = danno agli esseri umani”». Una tesi non facile da dimostrare, ma alla quale Balzarini vuole dar credito: «Gli studi ci dicono che l’esposizione al rumore sia causa di ipertensione (studio H.Y.E.N.A.), lo studio “Salus domestica” ha evidenziato differenze nella qualità della vita di chi abita vicino rispetto a chi abita lontano dall’aeroporto di Malpensa, l’accordo di delocalizzazione conferma l’esistenza del danno ambientale, vicino agli aeroporti si vive, in media, 10 anni meno – spiega Balzarini -. Tutto ciò ci autorizza a sostenere che sia necessaria maggiore attenzione da parte di tutti, enti locali in primis, sulla questione relativa alla qualità dell’aria e alla qualità della vita, entrambi principi costituzionali garantiti, su cui un sindaco dovrebbe porre la propria attenzione». Perciò Unicomal Lombardia ha scritto ai sindaci dei comuni compresi nel “Piano d’Area di Malpensa” una lettera per risollevare l’attenzione sul problema: «Non stiamo puntando ad un indennizzo, non si tratta di “soldi in cambio della salute” – prosegue Balzarini -, si tratta invece, secondo noi, di accertare, con gli strumenti stabiliti dalle leggi vigenti, quale sia il limite di impatto ambientale sopportabile e compatibile con la residenza umana. L’attuale situazione di traffico aereo ridotto non ci può illudere che “l’aeroporto sia finalmente ridimensionato” perchè sono noti i piani del gestore Sea e delle molte Istituzioni che puntano non solo al recupero del traffico perso ma al raddoppio (45-50 milioni) nel volgere dei prossimi anni. Considerato l’insopportabile disagio causato dai 7-800 voli/giorno degli anni 2006 e 2007, quale vivibilità possiamo ipotizzare per i 38 Comuni esistenti nel raggio di 10 chilometri dalle piste quando il traffico sarà di 1500-1600 movimenti aerei/giorno? Ritenendo possa sussistere grave pericolo per la salute umana si pone quindi, necessità ed urgenza di azioni appropriate».
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