Presentazione con pastore. Alla Anna Frank di Varese il libro di Carlo Meazza “Remench – transumanza in Lombardia”
Il libro sarà presentato alla Biblioteca "Bruna Brambilla" lunedì 18 dicembre alle 17 e 45. Saranno presenti l'autore, la scrittrice Marta Morazzoni e il pastore Eddi Trentin che è di passaggio nel Varesotto con le sue pecore
Lunedì 18 dicembre alla biblioteca “Bruna Brambilla” della scuola Anna Frank di Varese, verrà presentato il libro “Rèmench, transumanza in Lombardia” (Pubblinova Edizioni Negri)del fotografo Carlo Meazza. Interverranno la scrittrice Marta Morazzoni e il pastore Eddi Trentin che è uno dei protagonisti immortalati dall’obiettivo del fotografo varesino, di passaggio in questi giorni con le sue pecore nei pascoli del Varesotto.
I pastori, soprattutto in questa stagione, per i varesini sono una presenza abituale. Li vediamo mentre attraversano lento pede con i loro animali i prati e le strade intorno al lago di Varese. Ogni volta, si viene colti dal medesimo stupore, nel vedere uomini, pecore, cani e asinelli sfilare tra le automobili per ripetere un rito ostinato e antico come la transumanza.
Immanenti nella storia dell’umanità, i pastori, di generazione in generazione, resistono da millenni ricordandoci che accanto alla frenesia della modernità esiste un tempo che scorre lento, in sintonia con la natura e gli animali. Ma di questo mondo, considerato residuale, si conosce ben poco.
Pochi sanno, per esempio, che i pastori hanno una loro lingua, il Gaì, che accoglie nel suo dizionario parole provenienti dalle valli attraversate in lungo e in largo alla ricerca di buoni pascoli. Una lingua «oscura e segreta», come la definisce la studiosa Anna Carissoni. Un elemento identitario e al tempo stesso di difesa – perché gli altri non la comprendono – , determinante per una comunità errante vissuta spesso con sospetto e diffidenza.
Carlo Meazza nel suo libro ci svela questo mondo che ha iniziato a seguire alla fine degli anni Settanta riuscendo a costruire un legame così profondo da essere considerato uno di loro. A distanza di 40 anni dal primo incontro, avvenuto nei campi gelati di Casale Litta, Meazza ritrova gli stessi protagonisti di allora, invecchiati ma tenaci nel perpetuare la loro tradizione.
Meazza ha condiviso molto tempo con i pastori e non solo per la realizzazione delle foto pubblicate nel libro. Del resto chi conosce i suoi scatti sa anche che umanità ed empatia sono gli unici filtri che applica alla sua macchina fotografica. «Mi sono immedesimato fin da subito con quel mondo, entrando in sintonia con loro – ha concluso Meazza – Una sera un pastore mi ha detto: “Ma dopo, quando il libro sarà stampato, tu continuerai a venire a trovarci? Ricordati che noi siamo amici”».
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