Aumentano le proteste per l’odore tremendo tra Gallarate, Cassano e Busto
Di fronte alle proteste per il particolare fastidio di questi giorni, c'è stato anche uno scambio tra alcuni Comuni e l'Arpa. Le "indagini", già avviate anni fa, non sono ancora approdate a una risposta
Ma dove arriva l’odore nauseabondo che – in questi giorni in modo più sensibile – colpisce la zona tra Gallarate, Cassano Magnago e Busto?
Da questa settimana le segnalazioni si sono fatte più frequenti, a indicare un momento di particolare incidenza del fenomeno, come era accaduto anche in passato nel periodo autunnale. «Ma la puzza non si presenta saltuariamente» dice una lettrice. «Si ha l’impressione che ciò avvenga sempre più spesso (oserei dire giornalmente) e che l’odore sia sempre più intenso. La puzza chimica personalmente mi crea bruciore alla gola, e ciò mi fa pensare che sia malsana per la salute e non semplicemente per l’olfatto» (foto generica, credit).
Da dove venga rimane un mistero: seguire le tracce non è forse così facile.
Dal Comune di Busto Arsizio dicono che «l’ufficio ecologia segnala che la sorgente degli odori non risulta nota, ma potrebbe essere ubicata al confine tra i Comuni di Gallarate e Cassano Magnago». Nei giorni scorsi le segnalazioni sono arrivate – nel caso di Busto – da cittadini residenti prevalentemente in zona Beata Giuliana, il dirigente ha scritto «ai Comuni di Gallarate e Cassano Magnago e per conoscenza ad Ats e Arpa per chiedere un approfondimento utile all’individuazione della sorgente emissiva».
«Segnalazioni ne sono arrivate anche in questi giorni» dice il sindaco di Cassano Magnago, Pietro Ottaviani. «Il problema è stabilire da dove vengano. Purtroppo noi non abbiamo strumento per indagare. Ho visto qualche commento di funzionari di Busto che imputano a un’impresa di Cassano, la stessa Arpa nelle risposte invitava a circostanziare».
La questione delle “molestie olfattive” era stata affrontata in passato proprio da Cassano Magnago, dove il fenomeno era diventato particolarmente pesante in alcune zone. Ne era nata una campagna di rilevamento che aveva coinvolto anche la popolazione, «ma non eravamo riusciti ad appurare l’origine».
In passato sono state “attenzionate” diverse realtà, centro di compostaggio, ditte di candeggio, materie plastiche, cartiere, si è parlato anche di concimi chimici usati sui campi. «Ma nessun dato certo, per questo dico: attenzione a incolpare singole realtà» dice ancora Ottaviani.
Resta il fatto che l’odore nauseabondo si ripresenta, a volte tanto da essere percepibile non solo nei quartieri periferici di Madonna in Campagna o a Beata Giuliana, ma anche a ridosso delle aree più centrali di Gallarate e Busto. «Stare fuori la sera e la mattina presto è diventato un grosso problema» aggiunge un lettore da Beata Giuliana. «Non sappiamo se può far male alla salute, si sa che dà molto fastidio respirare questo terribile odore».
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Forse andando a monitorare qualche azienda chimica della zona….ma se vi aspettate che ARPA faccia qualcosa allora siete illusi, o non hanno i mezzi o non hanno il personale o non hanno……………..le capacità.
Il solito pasticcio all’italiana