Il Tar nomina un “commissario ad acta” per scegliere l’area della moschea a Sesto Calende
L'area per il luogo di culto islamico sarà individuata dal prefetto Pasquariello. A giugno il consiglio comunale aveva bocciato la proposta del sindaco Buzzi, bloccando nuovamente una questione aperta da più di dieci anni
Dopo più di dieci di battaglie, contenziosi e ricorsi, con l’inizio del 2024 la lunga questione della moschea di Sesto Calende sembra destinata a trovare una sua conclusione definitiva, per lo meno dal punto di vista amministrativo.
Il Tar della Lombardia ha infatti nominato il prefetto della Provincia di Varese Salvatore Pasquariello come “commissario ad acta” per l’individuazione di un’area a Sesto Calende per un luogo di culto islamico.
La nomina giunge in seguito alla mossa dell’Associazione Islamica Ticinese, che lo scorso settembre si era rivolta al Tar come conseguenza della “non decisione” da parte della maggioranza in forze al consiglio comunale (Lega e Forza Italia): in un caldissimo consiglio comunale di giugno la delibera del sindaco Giovanni Buzzi per l’individuazione della moschea ai Mulini, in località “La Quadra” (su una superficie di 3.520 metri quadrati), fu respinta dai suoi stessi compagni di banco e sostenitori de La Lega della Libertà.
Uno scenario a tratti surreale, che ad ogni modo non causò fratture, né tanto meno mozioni di sfiducia, tra il primo cittadino e la sua squadra, ma che invece arenò nuovamente il già annoso progetto, da sempre osteggiato dalla lista, al terzo mandato consecutivo, che fa del coro «Mai una moschea a Sesto Calende» uno dei propri cavalli di battaglia in campagna elettorale.
Secondo i termini di legge, adesso il prefetto avrà a disposizione 60 giorni di tempo per scegliere tra le nove aree, tra cui quella “bocciata” in consiglio comunale, che l’amministrazione sestese aveva stilato quando una sentenza definitiva del Consiglio di Stato impose alla giunta Buzzi di intraprendere l’iter di individuazione per permettere ai fedeli mussulmani di realizzare il luogo di culto, a spese dell’associazione religiosa. Sentenza, in sintesi, non completamente rispettata dall’amministrazione dal momento che il consiglio comunale votò contro la località periferica scelta da Buzzi.
COLOMBO: “TREMENDO ERRORE NEI CONFRONTI DELLA PICCOLA SESTO CALENDE”
La nomina di Pasquariello per rispondere alle inadempienze comunali è una notizia che l’ex sindaco e attuale capogruppo di maggioranza Marco Colombo, per sua stessa ammissione, avrebbe fatto sicuramente a meno. Il leghista, intransigente sulla questione (spesso da lui sintetizzata come “La grande moschea della provincia nella piccola Sesto”), non ha mai cambiato atteggiamento, mostrandosi in prima linea per dire impedire la realizzazione della moschea, anche a costo di promettere il “ritiro a vita privata” in caso di “sconfitta”.
«La nostra battaglia non è certo contro il popolo mussulmano bensì contro la miope e ottusa sinistra sestese, che da sempre vorrebbe trasformare Sesto in una piccola Kabul – scrive su Facebook Colombo -. Ci hanno già dato prova che amano godere delle disgrazie altrui ma questa volta c’è di mezzo Sesto. La nostra Sesto, che ormai da anni ha ritrovato (con tanto lavoro) un nuovo volto dopo quello lasciato da loro, con la moschea abusiva ed il degrado senza regole».
Tra metafore lacustri e toni da aperta campagna elettorale, l’ex consigliere regionale definisce la notizia come un “tremendo errore” per la sua comunità:
«L’idea di insediare nel cuore della nostra piccola comunità, probabilmente la moschea più grande della Lombardia, è un tremendo errore. L’integrazione del Popolo Mussulmano è una priorità. Per questo dobbiamo continuare a promuoverla quotidianamente nelle scuole, nelle piazze, nelle nostre case, nelle nostre aziende. Questa è l’integrazione reale e concreta che vogliono i sestesi e forse anche i mussulmani. Adesso arriverà il prefetto che d’imperio stabilirà in quale area insediare la moschea. Le aree “candidate” sono tante e potenzialmente ogni quartiere è a rischio. […] Non posso assistere inerme a questa ingiustizia, da solo sicuramente farò pochissimo ma se siamo in tanti, forse facciamo cambiare idea alla Comunità Islamica Ticinese che nella vicina Castelletto ha un luogo dove pregare».
LE OPPOSIZIONI: “LA FOTOGRAFIA DI UN FALLIMENTO. COLOMBO GIOCA CON LA PAURA CHE DIFFONDE LUI STESSO”
Se dalla maggioranza la nomina di un “commissario ad acta”, che de facto scavalca e destituisce in materia il consiglio comunale, è un’imposizione “d’imperio”, per le opposizioni altro non è che la fotografia di una conduzione fallimentare gestita dell’amministrazione.
«Una vicenda che è costata almeno 150.000 euro al bilancio del Comune, al quale mancano i soldi per riparare le strade, sostituire uno scuolabus vecchio di 25 anni, curare il centro sportivo, tenere pulita la città – criticano Insieme per Sesto e Sesto2030 -. Una vicenda che si conclude con un fallimento, che le parole di Marco Colombo, che riteniamo non all’altezza del ruolo istituzionale che ricopre, non riescono a nascondere. Parole con cui il capogruppo continua a mentire ai cittadini sapendo di mentire, con cui prova ancora a dividere, a minacciare chi non la pensa come lui. La nomina del Commissario da parte del Giudice, con una multa di 1.500 euro al Comune è la prova che chi ha amministrato in questi 15 anni ha fallito. Ha mentito e ha fallito, ma, piuttosto che ammetterlo, alza il tiro».
Ora il Prefetto potrà far sua la delibera già proposta dalla giunta, che indicava un’area periferica, vicino alla zona artigianale della Quadra, oppure potrà seguire la richiesta di Marco Colombo di trovare un’area “vicino alle nostre case, vicino ai nostri oratori, vicino al centro del paese” – conclude la lista, citando le parole pronunciate da Colombo nel consiglio comunale di giugno -. Una richiesta che riteniamo menzognera e che gioca cinicamente con la paura che lui stesso diffonde».
«Ormai la vicenda non è più di competenza del Consiglio Comunale, a causa del voto della maggioranza. Noi seguiremo gli sviluppi come abbiamo sempre fatto, sapendo che la legge va rispettata e che ai cittadini non bisogna mentire. Siamo consapevoli che l’individuazione dell’area non metterà la parola fine alla vicenda e che l’Amministrazione e la comunità sestese, in tutte le sue componenti, avranno la responsabilità di gestire i passaggi successivi nella maniera più saggia, nel nome della convivenza pacifica che è un bene oggi quanto mai prezioso in ogni parte del mondo».
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