Saldi a Varese: “Niente è più come prima, le regole sono da rivedere”
A qualche giorno dall’inizio del periodo delle svendite programmate, abbiamo domandato ai negozianti come stanno procedendo gli acquisti in questo particolare momento della stagione. Le loro risposte
Come stanno andando i saldi? A qualche giorno dall’inizio del periodo delle svendite programmate, è inevitabile domandare ai negozianti come stanno procedendo gli acquisti in questo particolare momento della stagione.
Gli ultimi anni, complici le nuove promozioni come il black friday, i nuovi canali di vendita come l’online, e anche le diverse priorità della clientela hanno cambiato di molto le risposte degli imprenditori, che ora si pongono nuove domande sul senso dei saldi e sui cambiamenti all’acquisto da parte dei clienti.
Nella giornata del 9 gennaio abbiamo provato a domandarlo ad alcuni dei commercianti del centro di Varese.
«Purtroppo, quest’anno la partenza è stata sottotono – ha commentato Giorgio Angelucci, titolare del negozio Angelucci di via Morosini e per lungo tempo presidente di Confcommercio Varese – Certamente dovuta a una serie di situazioni concomitanti, come una prima giornata estremamente brutta e piovosa, e il fatto che durante le vacanze molta gente ha lasciato le città e quindi si sono svuotate. Mai come quest’anno abbiamo visto così poca gente nelle città. Però va considerato anche il fatto che le cose stanno cambiando: non c’è più questa corsa iniziale ai saldi, dovuto a mille motivi, ma soprattutto da un sistema che prevede promozioni anche al di fuori del periodo dei saldi. Perciò, innanzitutto speriamo che questa settimana si possa recuperare il lavoro che è mancato nei primi tre giorni. Poi, la legge sui saldi andrebbe in un certo senso rivisitata e anche modificata per cercare di dare un maggiore sprint a tutta questa normativa. In che modo? Non è facile da definire, ma bisognerà metterci mano».

I saldi, incastonati tra una promozione e l’altra, sembrano non avere più senso: «Sinceramente, io non sono più pro saldi, sono quasi a sfavore – commenta così Paolo Ambrosetti, titolare della Valigeria Ambrosetti di via Mazzini – I saldi, secondo me, non hanno più ragion d’essere perché con tutte le promozioni che ci sono, le Fidelity card, il Black Friday, ogni commerciante può tranquillamente gestire il suo periodo di sconti durante l’anno. Quindi i saldi non hanno più l’appeal di una volta, non ci sono più le code fuori dalla porta come tanti anni fa. I saldi andrebbero rivisitati e rivisti, anche dal punto di vista della normativa».

In generale, non c’è grande entusiasmo, anche se c’è chi si ritiene soddisfatto: «I saldi vanno bene, come ci è andata bene del resto la stagione – spiega Chiara Conti, di Annic in via del Cairo – E’ diverso l’atteggiamento del cliente: non cercano le rimanenze, cercano il capo giusto. Non si accontentano di comprare il capo che è rimasto, hanno richieste specifiche: se il capo è giusto lo comprano, altrimenti no. Questo è un cambiamento importante».

«I saldi sono partiti abbastanza bene, abbiamo lavorato subito dai primi giorni, in particolare il giorno dell’Epifania – conferma Carola Foco, del negozio Libero Milano in corso Moro – Momenti si e momenti no ma comunque siamo partiti bene, anche rispetto agli altri anni. C’è però qualcosa di diverso rispetto a prima nei saldi invernali: gli anni precedenti erano molto più intensi, era proprio il vero saldo, con la coda fuori dalla porta, aspettando che aprisse il negozio. Una volta questo periodo era molto più sentito. Secondo me adesso, con le tante promozioni che ci sono durante l’anno, la gente non aspetta i saldi così tanto come prima».

Le opinioni che abbiamo raccolto in video sono state confermate anche da altri negozianti del centro: soprattutto, il fatto che, sommersi da occasioni prenatalizie come il black friday o la “libertà di svendita” on line, vanificano l’importanza dei saldi, che hanno bisogno di una revisione completa. Una revisione che è diventata, evidentemente, un problema d’attualità.
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