A Gallarate aumenti per disabili, “ma sono democratici”

In commissione, di fronte a famiglie e associazioni, il sindaco Cassani ha difeso le ragioni del nuovo meccanismo di compartecipazione, "paga di più chi se lo può permettere". Le opposizioni critiche

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Saranno aumenti «democratici», dice il sindaco Cassani, rispondendo in commissione alle critiche e all’allarme lanciato dalle opposizioni sui costi dei servizi per disabili,  meglio sull’aumento della compartecipazione chiesta alle famiglie. «Abbiamo discusso con i sindacati, non dico come hanno derubricato le vostre polemiche» ha risposto con durezza Cassani ai consiglieri Pd e Città è Vita che avevano denunciato aumenti in alcuni casi del 3300%.

In commissione c’erano anche alcuni disabili, famiglie e rappresentanti di Anffas, preoccupati dalle notizie e da un cambiamento comunque significativo del meccanismo di contribuzione.

Ma perché gli aumenti sono definiti democratici? «Il tetto consente di assistere in modo dignitoso, se qualcuno ritiene di andare in una struttura in cui spende di più riteniamo non debba essere garantito a spese della collettività» ha detto il primo cittadino in commissione sulle Rsa. Analogo discorso sulle strutture per disabili, dove si è lasciato intendere che c’è chi usufruisce di troppi servizi anche “in sovrapposizione”, ad esempio un servizio 24 ore associato a un servizio diurno comunitario.

Il sindaco ha anche fatto un ragionamento storico su singoli casi:«Noi abbiamo soggetti che assistiamo dagli anni Ottanta e sono costati quasi due milioni di euro all’amministrazione».

Che impatto avrà il nuovo sistema di calcolo della compartecipazione?

Secondo Cassani, «su 33 utenti, 13 spenderanno di meno e due uguale a prima». Ad esempio? «Una persona passerà da 26mila euro a 6mila euro, una da 12mila a mille. Una pagava 163 euro e passerà a 204».

Mentre gli altri 18 spenderanno di più ma questo risponderebbe ad equità, secondo la maggioranza, perché significherebbe che – in sostanza – sono tutte famiglie che potrebbero spendere, «se lo possono ampiamente permettere perché è comunque meno di quello che ricevono tra pensione e accompagnamento».
Il tutto per rivedere una spesa che – ha ribadito l’assessore al bilancio Corrado Canziani – è «inefficiente» perché troppo onerosa rispetto alla media di altri Comuni di dimensioni simili.

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“Non si razionalizza così”

Questa logica è invece contestata dalle opposizioni: «Razionalizzare la spesa non significa aumentare le entrate da compartecipazione» ha contestato Margherita Silvestrini (Pd).

E se l’amministrazione sostiene che servirà ad aiutare più persone che oggi sono escluse, «con sorpresa – ha contestato ancora Silvestrini – apprendo che ci sono liste di attesa: tutte le volte che in discussione di precedenti bilanci si diminuiva la spesa in passato, da parte vostra si diceva che tutte le richieste sarebbero state evase. Lo sappiamobene che ci sono liste di attesa. Ma le liste di attesa si ottengono aumentando le risorse disponibili, magari anche toccando la compartecipazione ma non solo così».

Massimo Gnocchi (Obiettivo Comune Gallarate) ha valutato positivamente in linea teorica l’idea di rendere più equo il sistema di compartecipazione, ma ha contestato le modalità e le tempistiche. «Esiste disponibilità a valutare casi, ma forse avreste dovuto valutare prima che impatto avrebbe avuto l’applicazione del nuovo meccanismo».

I singoli casi

Di fronte ai casi di aumenti con percentuali a quattro cifre,  il sindaco Cassani ha detto che si interverrà – per così dire – in corso d’opera valutando caso per caso. «Laddove una famiglia fosse in oggettiva difficoltà, il Comune farà la propria parte. Non lasceremo per strada nessuno».

«La trattativa personalizzata introduce un elemento pericoloso» ha osservato con preoccupazione Silvestrini. «Gli accordi uno a uno devono essere l’eccezione non la regola» ha ribattuto Cassani, dicendo in sostanza che fino ad oggi non si valutava correttamente e con parametri fissi.

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 05 Marzo 2024
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