Novantenne minacciata in casa mette in fuga due truffatori a Magnago
È successo lo scorso 2 marzo in una villetta a Magnago, in via don Minzoni. La vittima è una novantenne che con grande lucidità e prontezza di spirito è riuscita a chiamare subito il figlio evitando che succedesse il peggio
Prima si spacciano per carabinieri al telefono tentando di estorcerle soldi, poi, la settimana successiva entrano nell’abitazione dell’anziana donna, scassinando la porta e, incappucciati, le mettono a soqquadro la casa chiedendole soldi e preziosi.
È successo lo scorso 2 marzo in una villetta a Magnago, in via don Minzoni. La vittima è una novantenne che con grande lucidità e prontezza di spirito è riuscita a chiamare subito il figlio evitando il peggio: «Mia mamma era a casa da sola – racconta il figlio Massimiliano -, come tutte le sere stava guardando la televisione in taverna. Attorno alle 20 i due uomini, incappucciati, hanno scassinato la porta d’ingresso, nonostante l’impianto di allarme attivo, e sono entrati in casa. Dopo aver messo a soqquadro l’intera abitazione aprendo cassetti ed armadi, con grande sprezzo per una persona di quell’età, l’hanno minacciata chiedendole soldi e valori. Lei ha risposto di non avere cassaforti e di non essere in possesso di oro e denaro. Con una reazione incredibile, ha preso il cordless che ha sempre a portata di mano e mi ha chiamato».
Certi di non potere trovare nulla di valore e spaventati dalla chiamata al parente, residente nell’edificio accanto, i due sono fuggiti senza portare via alcun oggetto. Il tentato furto ha provocato un forte spavento alla donna, alla quale, senza scrupoli, i truffatori si erano “presentati” come i carabinieri che l’avevano contattata la settimana precedente.
I due ladri sono stati ripresi dalle telecamere presenti nelle vicinanze, ed è stato registrato anche un dialogo in italiano: «Sono scappati a gran velocità – racconta il familiare -. A pochi metri c’era un’auto che li attendeva». I parenti dell’anziana vittima hanno presentato denuncia alle Forze dell’Ordine fornendo tutto il materiale e le informazioni che potrebbero essere utili per risalire alla loro identità. «Ho deciso di denunciare pubblicamente quanto accaduto a mia mamma – è l’appello finale del figlio Massimiliano – nella speranza che possa servire per evitare situazioni analoghe con conseguenze anche peggiori».
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
gokusayan123 su Spaccio nei boschi, sindaci della Valcuvia in prima linea: “Introduciamo le zone rosse”
Sergio Falcier su Dalla banca della memoria alla radio dei giovani: Angera vuole "diventare meta turistica 12 mesi l’anno"
Felice su Settimana della Sicurezza al Falcone di Gallarate: fuori presidi e polemiche "contro la militarizzazione"
Varese CdQ9 su Tra nuove norme e incertezze sui monopattini, anche a Varese si sperimenta il futuro della mobilità sostenibile
italo su Il rappresentante degli studenti si dissocia dalla protesta contro la Settimana della Sicurezza al Falcone
elena manfrin su "Ero inoperabile per tutti, ma non per il professor Ghezzi: grazie a lui sono rinata"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.