Il cambio di appalto per l’igiene urbana a Castellanza rischia di costare il posto a 10 lavoratori di Sieco
La nuova società ha proposto una riassunzione con stipendi fortemente penalizzati, Sieco ha pre-annunciato il licenziamento. Il sindacato e Castellanza nel cuore chiedono al sindaco Cerini di intervenire: "Queste persone vanno salvaguardate"
Il cambio di appalto per la gestione dell’igiene urbana a Castellanza rischia di costare il posto ad almeno 10 lavoratori di Sieco che ora la società di Cassano Magnago vuole licenziare mentre Ala Aemme Linea Ambiente (società di Amga) avrebbe riassunto ma con pesanti perdite in busta paga per i lavoratori (tre sono quelli che hanno accettato sui 13 complessivi).
È una situazione paradossale quella portata alla luce da Francesco Mainardi, sindacalista di Usb che sta seguendo la vertenza, insieme ad Alessandro Milone dell’associazione Castellanza nel Cuore. Entrambi lanciano un appello alle parti in causa ma soprattutto al sindaco Mirella Cerini: «Qualcuno si prenda in carico questa vicenda. Visto che Sieco è una società partecipata dal Comune di Castellanza e Amga pure, anche se in una piccolissima percentuale, il sindaco Cerini dovrebbe battere un colpo».
Al loro appello si unisce anche il consigliere comunale di opposizione Mino Caputo che ha presentato una mozione proprio con l’obiettivo di responsabilizzare l’amministrazione comunale a farsi carico del problema: «Ho chiesto di porla all’ordine del giorno del consiglio comunale di lunedì subito dopo i punti deliberativi ma, per il momento e nonostante sia andato incontro alle esigenze della maggioranza, questa possibilità non mi è stata data». Nella mozione Caputo chiede al sindaco, qualora venga aperta una vertenza sindacale, di partecipare a tutela dei posti di lavoro che rischiano di essere persi.
Il sindacalista ha già annunciato di voler mobilitare i lavoratori con picchetti, scioperi e presidi «se necessario anche davanti al Comune di Castellanza perchè qui tutti se ne stanno lavando le mani in barba ai diritti dei lavoratori. Amga dice di non dover applicare il contratto nazionale e indice un concorso per riassumerli ma a condizioni decisamente peggiori (perdendo tutti gli scatti maturati negli anni e buste paga molto più leggere, ndr), Sieco dice che, avendo perso l’appalto, può licenziare i netturbini che lavoravano su Castellanza e il sindaco non dà risposte nonostante abbiamo chiesto a tutte e tre le parti di sedersi ad un tavolo».
Una vicenda paradossale che assume le forme del ricatto e rischia di lasciare col cerino in mano una decina di lavoratori con conseguenze disastrose sui bilanci famigliari: «Hanno quasi tutti famiglia e certamente non guadagnano stipendi da capogiro. Ora si ritrovano a scegliere tra poco (Amga) o niente (Sieco)».
E il sindaco che fa? Si chiede il presidente di Castellanza nel cuore, Alessandro Milone: «Siamo pronti ad applaudirla se si muoverà a favore dei lavoratori, ascoltando prima di tutto e poi agendo. Chiediamo che si rimedi ad un errore fatto a monte di questa vicenda quando nel bando di gara avrebbe potuto inserire la clausola sociale e preservare i lavoratori che in questi anni hanno effettuato il servizio di igiene ambientale a Castellanza».
Caputo fa presente anche un altro aspetto che dovrebbe portare a miti consigli l’amministrazione: «Si ricordi che pende un ricorso al Tar da parte di Econord e che loro stessi hanno chiesto un parere alla Corte dei Conti. La vicenda del licenziamento di questi lavoratori potrebbe avere un peso su queste decisioni».
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