A Tradate il Comitato Salviamo gli alberi si schiera contro l’abbattimento di due pini in piazza Mazzini
Questa volta a suscitare la preoccupazione degli attivisti è la sorte di due pini che fronteggiano il palazzo del Comune, che sembrano destinati all'abbattimento
Il Comitato “Salviamo gli alberi di piazza Mazzini” di nuovo sul piede di guerra contro la giunta comunale di Tradate. Questa volta a suscitare la preoccupazione degli attivisti è la sorte di due pini che fronteggiano il palazzo del Comune, che sembrano destinati all’abbattimento.
«Due bellissimi e sanissimi pini verranno abbattuti solo perché considerati non autoctoni, così ha ribadito più volte dall’assessore all’ecologia durante la Commissione territorio e ambiente del 7 marzo – spiega il Comitato – Notoriamente i due cedri del Libano che saranno piantumati in sostituzione di quelli preesistenti, come dice il loro nome, non sono sicuramente autoctoni. Perché quindi?».
Di nuovo il Comitato evoca la perizia fatta alcuni mesi fa dall’agronomo Daniele Zanzi: «Sono previste prove di trazione su alberi risultati sani nella perizia fatta dall’agronomo di fama e riconoscimenti internazionali Daniele Zanzi, che proponeva un monitoraggio periodico sulle piante e delle potature adeguate. Vogliamo ricordare che quella proposta è stata fatta prima che gli alberi fossero maltrattati per circa nove mesi mettendo mezzi pesanti, detriti, cordoli dei marciapiedi sulle loro radici e a ridosso dei tronchi, in buona parte ricoperti di cumuli di terra dei lavori fino a metà tronco e facendo scavi a ridosso delle radici degli alberi».
Sul destino dei due pini si è espresso lo stesso Daniele Zanzi: «E basta! Rimuovere alberi sani e maturi perché non autoctoni è pulizia etnica botanica. Bisognerebbe ricordare a questi amministratori che più del 90 % degli alberi radicati nelle nostre città hanno provenienza esotica. Ma quali sono questi alberi autoctoni? Città fatte solo di frassini? Oggi una scusa per eliminare la si trova sempre: se non sono pericolosi sono malati, se non sono malati sono a fine ciclo, se non sono a fine ciclo bisogna riqualificare, se non bisogna riqualificare ci sono i soldi del PNRR, se non ci sono i soldi è perché non sono autoctoni. E il tutto nel silenzio e nella compiacenza ai potenti di tecnici, associazioni di categoria, influencer botanici tanto bravi a farsi sentire elencando i benefici degli alberi in città tanto silenti quando vi e’ è difenderli e prendere posizione».
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