A Lonate Pozzolo si riscopre la memoria del partigiano Domenico Lanceni

Operaio in fonderia a Busto, fu arrestato a marzo 1944 e fucilato pochi giorni dopo a Besnate. Il suo nome era rimasto in una via, ora per la prima volta verrà commemorato con una cerimonia alla tomba. La sua storia, ricostruita con fonti d'archivio e memorie, ricorda la lotta contro il fascismo in una zona difficile

Lonate Pozzolo generica

Una storia quasi dimenticata, oggi riscoperta grazie alle ricerche sui documenti e ai testimoni: a Lonate Pozzolo per la prima volta si ricorda il partigiano Domenico Lanceni, morto nel marzo del 1944.

La cerimonia, organizzata dall’Anpi, si terrà domenica 7 aprile alle 11, alla tomba di Lanceni al cimitero del paese, «in segno di riconoscimento per il suo estremo impegno antifascista e resistenziale». Sarà il primo momento di ricordo pubblico di un giovane – morto a 27 anni di età – che fino ad oggi era commemorato solo da una via con il suo nome, che per i più non dice nulla.

La cerimonia cade nell’anno dell’80esimo della morte di Lanceni: “nel marzo viene prelevato da casa dai fascisti e poco tempo dopo il 27 marzo viene fucilato a Besnate”, ricorda una vecchia pubblicazione di Luigi Zaro del 1985, dedicato alla Resistenza a Lonate Pozzolo.

«Lanceni era partigiano della 102esima Brigata Garibaldi» ricorda Carlo Chinetti, del gruppo dell’Anpi Lonate Pozzolo-Ferno che ha curato le ricerche. La zona dell’Alto Milanese era una zona “difficile” per la Resistenza: attraversata da molte strade carrabili, fitta di presidi tedeschi e fascisti per la presenza di fabbriche belliche e infrastrutture (su tutte gli aeroporti militari della Malpensa e del Campo della Promessa), richiedeva particolare cautela ai partigiani, che agivano sia con gruppi clandestini negli opifici, sia in formazioni armate nelle campagne, spesso spostandosi anche nel Novarese, oltre il Ticino.
Le principali formazioni erano la 127esima Sap e la 181esima Garibaldi a Gallarate, mentre intorno a Busto gravitavano la “Divisione Alto Milanese” di partigiani cattolici e la 102esima Garibaldi, appunto la brigata in cui era inquadrato Lanceni (che in zona ebbe anche un altro Caduto, Maurizio Macciantelli ucciso alle Quattro Strade tra Lonate e Vanzaghello).

«Era operaio alla fonderia Tovaglieri di Busto Arsizio» spiega ancora Chinetti. «Venne attratto a casa con un inganno e qui arrestato». Fu fucilato alcuni giorni più tardi a Besnate. Della sua uccisione fu accusato il Commissario del Partito Fascista Repubblicano di Lonate Pozzolo, che però venne assolto per in sufficienza di prove. Era lo stesso che aveva minacciato anche il parroco don Antonio Tagliabue, che si era rifiutato di benedire i gagliardetti della illegittima repubblica di Salò: i fascisti lanciarono anche bombe a mano contro la canonica lonatese.

Anche a Lonate Pozzolo la Resistenza fu un fenomeno ampio, di ragazzi armati e di resistenza passiva dei civili, che univa sensibilità politiche diverse.
Lanceni era inquadrato in una “Brigata Garibaldi” – di tendenza comunista e socialista – ma sulla sua tomba si legge che “riposa in attesa di resurrezione”, viene definito “patriota [che] donò la sua anima a Cristo Signore , il suo cuore all’Italia, la sua vita all’ideale di libertà”.

«Questo evento – dicono da Anpi Lonate-Ferno – diventa per tutti noi l’occasione di ricordare i nostri impegni nella continuità resistenziale al fine di attuare compiutamente quei principi democratici per i quali i Partigiani e Antifascisti sconfissero il regime fascista per avere una Italia libera fondata sulla Costituzione Repubblicana che è di fatto il testamento redatto da questi uomini».
L’impegno è a tramandare la storia di Lanceni come di altri, come i cugini Giassi, «uccisi alla Leopoldina e sepolti a Sant’Antonino, dove a lungo ogni anno venivano ricordati» conclude Chinetti.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 04 Aprile 2024
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