Sospetti abusi edilizi, chiesta assoluzione per il sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino
Anche per Pietro Roncoroni, ex primo cittadino, il pm ha chiesto la formula che esclude responsabilità penale “per non aver commesso il fatto. Pesanti le richieste delle parti civili
Richieste con formule ampie per gli amministratori pubblici di Lavena Ponte Tresa in merito al processo in corso per sospetti abusi edilizi legati alla costruzione, oramai diversi anni fa, di un condominio sul lungolago del centro che si affaccia sul Ceresio.
Al centro della vicenda un’altezza dell’immobile non conforme per una trentina di centimetri oltre a questioni legate ad abitabilità e fattura degli appartamenti.
Un processo lungo, minuzioso e molto tecnico, e che ha visto nella giornata di giovedì le conclusioni del pubblico ministero Lorenzo Dalla Palma. Il pm ha chiesto l’assoluzione per l’attuale sindaco Massimo Mastromarino “perché il fatto non sussiste” e il suo predecessore Pietro Roncoroni “per non aver commesso il fatto”.
Chiesti due anni e 6 mesi per il legale rappresentante della società immobiliare e la stessa pena per i tecnici comunali (2) che hanno curato le pratiche (oltre all’assoluzione per numerosi capi di imputazione). Non doversi procedere invece per il sesto imputato per la sopravvenienza della prescrizione che ha riguardato abbondanti porzioni delle accuse mosse dalla Procura.
Pesanti invece le richieste delle parti civili, tre, che complessivamente hanno chiesto a vario titolo provvisionali per 270 mila euro per aver di fatto abitato in un immobile privo dei requisiti pattuiti: “La mia assistita”, ha spiegato il difensore di una dei tre condomini costituitisi in giudizio, “ha di fatto vissuto in un appartamento al terzo piano invece che al primo!”. L’udienza è proseguita con altri rilievi degli avvocati delle difese. Poi la decisione del Collegio.
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