Le Rsu criticano la statalizzazione della scuola dell’infanzia Don Milani di Varese
Rappresentanze sindacali ed educatrici esprimono contrarietà "alla scelta di cedere un altro pezzo di storia importante dei servizi educativi comunali"
La statalizzazione della scuola dell’infanzia comunale Don Milani della Brunella, operativa a partire dal prossimo mese di settembre, non piace alle educatrici comunali e neppure alle rappresentanze sindacali che, in una nota della Rsu del Comune di Varese, hanno “rimarcato la loro contrarietà alla scelta di cedere un altro pezzo di storia importante dei servizi educativi comunali”.
La nota, diffusa alla vigilia della Festa dei lavoratori del Primo maggio, è stata redatta a partire dall’Assemblea delle educatrici della scuola dell’infanzia Don Milani con le Rsu del Comune dello scorso 10 aprile.
Nessuna critica alle motivazioni che hanno spinto il Comune a scegliere per la statalizzazione (e cioè evitare che la città perdesse uno dei sei punti di erogazione statale dei servizi per l’infanzia – con retta azzerata per le famiglie, salvo gli eventuali servizi di mensa, pre o doposcuola – a seguito della chiusura del plesso di Capolago, come spiegato nell’articolo a QUESTO LINK).
“Resta il dispiacere espresso – sia da parte delle insegnanti che operano nella scuola da tanti anni sia da parte delle ultime ricollocate alla Don Milani a seguito dell’appalto del doposcuola dei servizi parascolastici – per questo “distacco”, un distacco dai bambini, ma anche da una struttura che è parte della storia dei servizi educativi del Comune di Varese – si legge nella nota della RSU – caratterizzata da una lunga e ricca sperimentazione pedagogica, rappresentando anche che ben 8 insegnanti della Don Milani provenienti dal settore parascolastico si troveranno a dover ora affrontare, solo dopo un anno, un nuovo trasferimento”.
NUMERI E PROCEDURE CONTESTATE
Nel dichiararsi contrarie alla statalizzazione della scuola dell’infanzia Don Milani, le Rsu del Comune di Varese colgono l’occasione per criticare una serie di dichiarazioni dell’assessora Rossella Dimaggio riguardo a numeri e procedure nella gestione dei Servizi educativi.
A partire dalla ricollocazione su nidi e materne si alcune educatrici del parascolastico, decisa lo scorso anno. “Nell’impossibilità di assumere nuovo personale, abbiamo evitato di privatizzare i servizi 0-6 anni”, aveva dichiarato la Dimaggio a gennaio – QUI L’ARTICOLO.
La Rsu invece sottolinea che “questa scelta secondo l’Assessore fatta a tutela del servizio pubblico, ha comportato altri risultati – scrivono – ha fatto perdere il lavoro a 20 educatrici a tempo determinato che da anni lavoravano per il Comune, ha privatizzato il servizio del doposcuola e determinato il trasferimento di 24 educatrici che avrebbero voluto mantenere la professionalità acquisita attinente al titolo di studio conseguito e alla predisposizione personale”.
Con riferimento alle dichiarazioni rilasciate per lo stesso articolo, le Rsu criticano i dati forniti in merito al rapporto numerico tra educatrici e bambini iscritti nei cinque nidi comunali e alla definizione delle coordinatrici: “Ce ne sono solo 2 inquadrate secondo l’ordinamento professionale – precisano le Rsu – mentre le altre 7 sono educatrici con incarico di “referenti di plesso”, tra l’altro senza alcun riconoscimento economico”.
Anche “l’ampliamento dell’orario di servizio, sperimentale in alcuni plessi, con anticipo dell’entrata alle 7 del mattino dal prossimo anno scolastico – QUI L’ARTICOLO – è stato annunciato alla stampa ancor prima di aver informato preventivamente le educatrici”, si legge nella nota.
RICHIESTA DI INCONTRO ACCOLTA
Su mandato delle lavoratrici, le Rsu chiedono un incontro urgente all’Amministrazione comunale “per definire congiuntamente tempi, criteri e modalità di ricollocazione nell’ambito dei servizi comunali” delle 8 educatrici della scuola dell’infanzia Don Milani.
Piena su questo punto la disponibilità dell’Amministrazione comunale.
QUI PER INTERO LA NOTA DELLA RSU.
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