Speleologi e studenti insieme in un cortometraggio per “raccontare“ l’acqua
Nello scorso marzo i ragazzi di due scuole sono stati accompagnati a Cunardo presso l’omonimo Orrido
Il lavoro e la competenza e degli speleologi si sono dimostrati ancora una volta essenziali per affrontare iniziative di un certo livello, come ad esempio concorrere nella progettazione e sviluppo di progetti destinati in primo luogo a diffondere tra i ragazzi delle scuole la conoscenza degli acquiferi carsici, il delicato equilibrio che li distingue e di conseguenza l’assoluta e urgente necessità di salvaguardare tale fenomeni, poiché essi rappresentano una risorsa inesauribile di acqua di buona qualità, a disposizione di comunità sempre più assetate, sempre se i futuri uomini saranno in grado di scongiurarne l’inquinamento.
I progetti del GSP hanno quindi finalità per lo più educative e culturali nei confronti della speleologia e di ciò che essa rappresenta. Questi aspetti, che richiedono notevole capacità e competenza, vengono sviluppati attraverso iniziative quali organizzazioni di incontri presso Associazioni culturali, sportive, Biblioteche e scuole, con proiezioni reportages riguardanti spedizioni speleologiche ed esplorazioni condotte in varie zone d’Italia e all’estero, nonché tematiche mirate ad un’adeguata conoscenza dell’ambiente ipogeo per la sua tutela e salvaguardia. Il progetto “Le Radici dell’Acqua” ideato dal G.S. Prealpino, dalla sezione CAI di Carnago e dall’associazione “Naturalisinsubria” del Museo di Clivio, è stato presentato nella primavera 2023 presso la Fondazione Cariplo, ottenendo patrocinio e finanziamento che hanno permesso di far decollare questa nobile iniziativa. I lavori per la sua realizzazione sono iniziati nell’autunno del 2023 con la partecipazione della Scuola Secondaria di I° grado A. Manzoni di Besnate e dell’Istituto Comprensivo Paritario Maria Montessori di Castellanza, 170 ragazzi che hanno intrapreso un fantastico ed entusiasmante viaggio attraverso la conoscenza del mondo sotterraneo delle grotte e delle acque in esse circolanti.
Il progetto si è articolato attraverso varie tappe, le prime delle quali hanno visto gli speleologi direttamente in aula per spiegare nei dettagli quali sono i meccanismi della natura che portano alla formazione delle grotte, dove sono ubicate nel territorio del varesotto e come le acque meteoriche, dopo aver attraversato intere montagne carsiche al loro interno, riaffiorino in superficie presso i punti di risorgenza, molti dei quali captati per il fabbisogno di intere comunità. In provincia di Varese sono censite oltre 500 grotte, molte di esse sono attraversate da corsi d’acqua sotterranei che riforniscono la maggior parte degli acquedotti nell’area di Varese, della Valganna, della Valceresio e Valcuvia.
La FAO stima che entro pochissimi anni oltre l’80% della domanda idropotabile dovrà essere soddisfatta da acque di provenienza carsica, tuttavia il 28% delle famiglie italiane esprime poca fiducia nell’acqua di rubinetto. Per tale ragione in Italia ogni anno vengono immesse al consumo circa 11 miliardi di bottiglie di plastica, e solo il 40% viene riciclato. Il progetto, partendo da questo contesto, ha voluto accompagnare i bambini e i ragazzi verso una maggiore consapevolezza dell’importanza della tutela ambientale locale e di un risotto consumo della plastica. Gli ideatori del progetto hanno quindi pianificato una sorta di indagine esplorativa gestita direttamente dagli studenti, un laboratorio/gioco investigativo attraverso gli ambienti carsici, luoghi affascinanti e molto importanti nel nostro ecosistema, rendendoli protagonisti di azioni di cittadinanza attiva. Nella giornata di giovedì 7 marzo 2024 i ragazzi delle due scuole sono stati accompagnati a Cunardo presso l’omonimo Orrido, eccellenza naturalistica del varesotto essendo l’unico traforo idrogeologico di Lombardia, un complesso sotterraneo scavato nel corso dei millenni dal torrente Margorabbia e in parte visitabile. Dopo aver visitato questa interessante grotta, i giovani hanno assistito ad una lezione di carattere naturalistico presso la “Baita del Fondista”, dove è presente una sala con pannello multimediale. A conclusione della giornata la visita al “Mulino Rigamonti”, antico manufatto in funzione sin dal ‘700 e che sfrutta l’energia idraulica fornita dal torrente. Per documentare in maniera efficace l’intero percorso è stato realizzato un video racconto in cui i bambini e i ragazzi hanno raccontato e condiviso i contenuti del progetto. Il cortometraggio è stato condiviso nella rete di contatti provinciale dei partner, ed in particolare con le scuole della provincia e regione come futuro mezzo di divulgazione, ed è visibile a chiunque attraverso un apposito “QR Code”.
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