Il cordoglio per la scomparsa di Carù, che ha donato a tanti la passione per la musica
L'improvvisa scomparsa del titolare di Carù Dischi ha colpito molti, dai clienti a chi collaborava con lui, alle istituzioni
L’improvvisa scomparsa di Paolo Carù, titolare di Carù Dischi, ha colpito molte persone, dai clienti a chi collaborava con lui, alle istituzioni.
«È con indicibile dolore che dobbiamo purtroppo confermare la scomparsa di Paolo Carù, fondatore e anima del Buscadero» scrivono gli amici del Buscadero, la rivista che aveva contribuito ad animare per anni. «In questo momento siamo tutti sconvolti e senza parole. Non ci resta che stringerci alla famiglia e a tutti voi lettori. Sulla sua incredibile figura avremo modo di tornarci su con più calma nei prossimi giorni».
Il ricordo di Helena Janeczek, scrittrice Premio Strega: «Paolo Carù o del resistere, sempre uguale, al tempo che passa. Perché non ricordo un tempo in cui il suo negozio di dischi non attraesse gli appassionati della buona musica rock, blues, folk ecc. da ogni parte d’Italia in piazza Garibaldi, a Gallarate, rendendo non solo questa città di provincia ma tutta l’Italia meno provinciale. E ho in mente pochissime coppie che, negli anni, hanno continuato a vivere l’uno per l’altra, come lui e Anna, erede della meravigliosa libreria aperta nel dopoguerra dai genitori di Paolo. Che non ci sia più è un colpo dolorosissimo. Un vuoto enorme».
«Esprimo il mio più profondo cordoglio per la scomparsa di Paolo Carù, figura conosciuta della cultura musicale a Gallarate e in tutta la provincia di Varese» dice l’assessora regionale alla Cultura, Francesca Caruso. «La sua passione per la musica ha arricchito la vita di moltissimi, facendo del suo negozio un punto di riferimento per gli appassionati di vinili non solo italiani ma da tutto il mondo. Con Carù perdiamo “l’uomo della musica”, un vero animatore culturale, il cui impegno e dedizione hanno lasciato un segno indelebile nel territorio».
Franco Zanetti ricorda Paolo Carù: “Quell’inatteso tempio del vinile in provincia”
«La morte di Paolo Carù è una grave perdita per tutta Gallarate» commenta il sindaco Andrea Cassani.
Oltre al lato pubblico, quello del grande esperto di musica ed editore del Buscadero, nonché quello del mitico negoziante di dischi, negli ultimi mesi ho potuto apprezzare anche il lato umano da quando per i problemi della salute della moglie i rapporti sono diventati necessariamente più assidui. Era legatissimo alla moglie Anna e quel distacco necessario, per la salute di lei, lo aveva messo a dura prova. Ora questa tragedia ci lascia di stucco ed è una grave perdita per la famiglia, per la città e per tutti gli appassionati di musica».
Si rivolge direttamente a Carù Claudio Trotta, uno dei maggiori organizzatori di concerti in Italia: «Caro Paolo, ci conosciamo da circa 45 anni e forse più. Ero ancora a Canale 96 quando ti ho chiamato la prima volta. Mannaggia a te mi hai trattato a pesci in faccia quella volta. Poi pian pianino la tua proverbiale scontrosità si è modificata in affettività, amicizia, fiducia, confidenza, stima, rispetto. Abbiamo avuto le nostre discussioni e liti per fortuna. Perché gli amici litigano. Ma ci volevamo un bene dell’anima. La tua anima gemella Anna al tuo fianco nella vita e nel lavoro da sempre ,da tempo purtroppo per una stramaledetta malattia non era più in grado di essere quella meravigliosa e bellissima amante, moglie, partner e tu ne soffrivi tantissimo e non te ne facevi una ragione. I nostri viaggi in Usa, in Sardegna, in tanti altri posti. I weekend sul lago Maggiore. L’amore eterno comune per Van Morrison che ti avevo portato in negozio. Sei sei sempre stato e sempre sarai un pilastro della Cultura Musicale di questo paese. Ti voglio un bene immenso. Ma in un altra vita non tenere ai rossoneri dai. Ci si vede ad ascoltare jazz insieme. Arrivederci amico mio».
Addolorato per la scomparsa di Carù Rocco Longobardi, assessore alle attività economiche del Comune di Gallarate: « Con immenso dolore e profonda tristezza, ho appreso della scomparsa di Paolo Carù, una figura iconica e insostituibile nel panorama musicale di Gallarate e oltre. La notizia della sua morte ci lascia tutti sgomenti. Paolo Carù non è stato solo un grande esperto di musica e un editore di talento, ma un vero e proprio pioniere che ha trasformato la sua passione in un punto di riferimento per generazioni di appassionati. Il suo negozio di vinili in Piazza Garibaldi, riconosciuto dal Guardian come uno dei migliori al mondo, è un luogo che ha saputo custodire e celebrare la magia della musica in un’epoca in continua evoluzione. Fondatore delle riviste “Mucchio Selvaggio” e “Buscadero”, Paolo ha dato voce a una comunità di musicofili e artisti, arricchendo il nostro territorio con la sua dedizione e il suo spirito innovativo. La sua perdita lascia un vuoto enorme non solo nel mondo della musica, ma in tutta la nostra comunità. In questo momento di grande dolore, desidero esprimere, a nome del Distretto Urbano del Commercio, dell’Assessorato alle Attività Economiche e del gruppo di Forza Italia, le mie più sincere condoglianze alla famiglia Carù. Siamo vicini a voi con il cuore, condividendo il vostro lutto e onorando il ricordo di Paolo, che con la sua passione e il suo impegno ha lasciato un segno indelebile nella storia culturale di Gallarate».
Il ricordo di Max De Aloe, musicista di Gallarate: « Spesso, in giro per i miei concerti in Italia e non solo, quando dico che sono di Gallarate mi sento dire dai tanti appassionati di musica: “Ah Gallarate, Carù dischi”. A Gallarate c’è un negozio di dischi tra i più fighi d’Italia e non solo. Il quotidiano inglese The Guardian lo ha annoverato tra i dieci più importanti negozi di dischi d’Europa. E ne parliamo oggi che in molti non sanno più neanche cosa siano i negozi di dischi. Da ieri Paolo Carù non c’è più. E sembra sia il suggello della fine di un’epoca. Sì, da 57 anni Paolo aveva una negozio di dischi, e prima il padre, tra i più forniti in Italia ma Paolo era anche un editore, un profondo conoscitore e un fine organizzatore di concerti. Burbero. Tanto burbero. Se qualcuno sbagliava ed entrava in negozio a cercare l’ultimo di Jovanotti rischiava grosso. Paolo Carù è stato anche un editore importante, prima Mucchio Selvaggio e poi Buscadero. Da ieri la città lo ricorda e lo piange. Anche i politici. E la cosa fa un po’ ridere. Perché non gli hanno mai offerto la possibilità di dirigere un festival. Non se lo sono mai filato. Diciamoci la verità. Oggi qualcuno scrive di intitolare una via a suo nome. Ma siamo sicuri che stiamo parlando della stessa persona? Di quello che tanto amava Van Morrison e tutta la cultura blues? Che noia i coccodrilli di quelli che mentre parlano di Paolo Carù hanno in sottofondo radio DeeJay o reputano Giovanni Allevi un Dio del pianoforte. Vi avrebbe fulminato con gli occhi. Ad inizio anni ‘90 mi fece conoscere un cd di Hendrik Meurkens che non sapevo neanche chi fosse. 30 anni dopo a suonare sullo steso palco con Hendrik ad Hong Kong gli raccontai che il merito di avere conosciuto il suo CD Sambahia era tutto di Paolo Carù, un commerciante che non era per niente solo un commerciante. Negli anni Duemila per il festival Jazz gallaratese Paolo e la moglie Anna mi aiutarono nella pubblicità, nella prevendita dei biglietti e nel sostenermi nonostante la fatica di confrontarmi con amministrazioni cittadine sempre molto disinteressate fino ad essere volutamente ostiche. Scocciato sempre, quasi antipatico, snob, timido, ultra competente, disincantato, appassionato, a volte irritante, critico, enciclopedico, militante, questo era Paolo Carù per me. Certamente un uomo nella città sbagliata. Però ci ha cresciuti in tanti alla passione per la musica. Ci ha consigliato. Ci ha ammonito con sguardi severi se volevamo comprare musica banale. Non ci ha mai preso per mano ma ci ha dato delle belle bacchettate che ci hanno fatto crescere e diventare più competenti. Perché la musica è una cosa seria. Ora abboniamoci a 11.99 euro al mese a Spotify e fottiamoci con le playlist degli algoritmi.
Ciao Paolo».
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