Nel 2050 tre over 65 per ogni under 15: l’Italia alle prese con l’invecchiamento demografico cerca una soluzione a Varese

L'età media in Italia è la più alta in Europa: transizione verde e digitale possono dare una risposta ai conseguenti problemi del mercato del lavoro?

Confservizi Lombardia in assemblea a Varese affronta le sfide del futuro

L’Italia sta affrontando da anni un significativo problema demografico, e l’invecchiamento della popolazione rappresenta una delle sfide più critiche per il futuro del nostro Paese. «L’età media in Italia è aumentata di 4,3 anni dal 2012, raggiungendo i 48,3 anni nel 2023 – Spiega Maria Berardi, di Randstad Research – Questo dato è il più alto in Europa, dove la media è di 44,4 anni. E le previsioni di Eurostat indicano che l’età media italiana continuerà a crescere, raggiungendo i 50,3 anni nel 2030 e i 51,6 anni nel 2050».

Oltre all’aumento dell’età media, altri due indicatori demografici sono preoccupanti: «Si tratta dell’indice di vecchiaia e dell’indice di dipendenza degli anziani – continua Berardi – L’indice di vecchiaia, che misura il rapporto tra la popolazione over 65 e quella 0-14 anni, era 188 nel 2022, cioè 188 over 65 ogni cento under 15 e si prevede che raggiungerà 308 nel 2050: questo significa che per ogni giovane ci saranno tre anziani. Anche l’indice di dipendenza degli anziani, che confronta il numero di over 65 con la popolazione in età attiva (15-64 anni), è significativo: attualmente è di 37,8 cioè 37,8 anziani ogni 100 cittadini attivi, e continuerà a salire: nel 2030 saranno 43,7 e nel 2050 addirittura 61,3 gli anziani ogni 100 cittadini attivi».

Un trend impressionante, dagli effetti importanti sul mercato del lavoro, sulle pensioni, sulla sanità e su molto altro,  i cui numeri sono stati spiegati  nell’incontro del 18 giugno 2024 in salone Estense a Varese, organizzato da Confservizi Lombardia in concomitanza con l’annuale Assemblea dei soci: un incontro dal titolo “Il lavoro del futuro, tra sfide e innovazione” che ha offerto un’importante occasione di riflessione su alcune tematiche di particolare attualità.

Le implicazioni della situazione demografica illustrata sono diverse, anche solo viste dal punto di vista dell’occupazionie: innanzitutto infatti, la riduzione della popolazione giovane porterà a una diminuzione delle nuove leve nel mercato del lavoro. «Come evidenziato da UnionCamere Excelsior, le imprese italiane già oggi trovano difficoltà a reperire giovani lavoratori: il 42,3% delle imprese segnala difficoltà nel trovare giovani candidati, e la principale causa (63,4%) è proprio la mancanza di candidati»: un gap gravissimo, che ha bisogno di essere colmato, e che può vedere una soluzione nella transizione green e digitale.

Confservizi Lombardia in assemblea a Varese affronta le sfide del futuro

«Le politiche comunitarie vedono la transizione verde come un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro e riqualificare le competenze esistenti – spiega Francesca Mazzarella, direttore di Fondazione Utilitatis –  E la classificazione ESCO della Commissione Europea, che elenca circa 3.000 professioni e oltre 15.000 competenze, rappresenta un punto di partenza per sviluppare una tassonomia per i green jobs».

«La digitalizzazione sta trasformando profondamente il mercato del lavoro  – sottolinea invece Claudia Peiti, partner di REF Ricerche – L’avvento dell’intelligenza artificiale sta estendendo il cambiamento a una vasta gamma di occupazioni, richiedendo nuove competenze digitali e cognitive, e la capacità di interagire efficacemente con i sistemi di IA diventerà sempre più cruciale».

Argomenti che interessano in particolare il campo delle utilities, le aziende di servizi per gli enti pubblici, di cui Confservizi si occupa: per questo Yuri Santagostino, Presidente di Confservizi Lombardia, sottolinea l’importanza di sviluppare competenze sia nelle nuove generazioni che nei lavoratori attuali. «Le transizioni green e digitali stanno trasformando le richieste del mercato del lavoro, e le aziende pubbliche devono trovare un equilibrio tra questi macrotrend per garantire servizi di qualità». Confservizi Lombardia rappresenta oltre 160 aziende dei servizi pubblici locali, con 16.700 dipendenti e un fatturato di oltre 5,4 miliardi di euro.

Aiutare questa necessaria transizione significa anche finanziare progetti che la agevolino: ed è proprio Alessandro Fiori, della Direzione Generale di Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, ad evidenziare la necessità di adeguare le competenze dei lavoratori alle esigenze delle imprese. «La Regione sta lavorando per accompagnare questo cambiamento, attraverso programmi di formazione mirati e l’aiuto dei fondi PNRR».

Ma l’elemento più importante è fare rete, per poter monitorare più da vicino e grazie a chi è sul mercato del lavoro dove il lavoro sta veramente andando e a chi si rivolge:  per questo il punto finale è stata la promessa, tra gli attori presenti, di un tavolo che funga da osservatorio della questione e permetta di monitorare ed adeguare formazione e bandi alle sempre nuove esigenze di una popolazione che, se da una parte invecchia, dall’altra non finisce mai di dover imparare.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Giugno 2024
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