Alla città di Varese il primato nazionale dei testamenti biologici

Sono le dichiarazioni che i cittadini maggiorenni depositano in Comune predisporre di trattamenti sanitari in caso di incapacità a decidere in autonomia. In Comune una DAT ogni 86 abitanti

Istituto La Provvidenza di Busto Arsizio

Varese è la città italiana con il maggior numero di DAT (le disposizioni anticipate di trattamento meglio note come testamenti biologici) in rapporto alla popolazione maggiorenne. Guida la classifica con 1 ogni 86 abitanti seguita da Pesaro, 1 ogni 98 e da Vicenza, 1 ogni 101.

A dare la fotografia della raccolta dei biotestamenti, introdotti con legge del 2017, da parte degli uffici comunali è l’Associazione Luca Coscioni che monitora, attraverso l’accesso agli atti generalizzato,  l’applicazione della normativa che consente alle persone di disporre preventivamente dell’accettazione o del rifiuto di determinati accertamenti diagnostici, scelte terapeutiche e singoli trattamenti sanitari in caso di futura incapacità ad autodeterminarsi.

IN LOMBARDIA CINQUE CAPOLUOGHI IN CIMA ALLA CLASSIFICA

In genere, la Lombardia si distingue nella classifica nazionale per i Testamenti biologici depositati, con una media di 1 DAT ogni 175 maggiorenni, posizionandosi tra le regioni italiane più attive. Oltre a Varese, spiccano  Milano, Brescia, Cremona e Bergamo.

  • Milano: Con 7.374 DAT depositate, Milano è in cima alla classifica nazionale per numero assoluto di DAT, posizionandosi al primo posto tra le città italiane.
  • Brescia: Con 1.044 DAT depositate, si posiziona al 15° posto a livello nazionale per numero assoluto di DAT.
  • Cremona: Con una DAT ogni 109 abitanti, Cremona si colloca tra le prime dieci città italiane per proporzione di DAT rispetto alla popolazione.
  • Bergamo: Emerge con una crescente attenzione al tema, contribuendo alla posizione di rilievo della Lombardia.

LA PROVINCIA DI VARESE IN SETTIMA POSIZIONE

Anche la provincia di Varese si distingue posizionandosi in settima posizione nazionale con 1 DAT ogni 116 abitanti maggiorenni. Lo scorso anno sono state depositate 460 DAT che fanno salite il totale a 4599.  I comuni che raccolgono i testamenti biologici sono il 75,74%.
Sul podio nazionale Pescara con 1 DAT ogni 90 residenti, Pesaro Urbino con 1 ogni 99, e Teramo con una ogni 101 abitanti.

I dati in pillole

Complessivamente in Italia, i Comuni che hanno risposto ad almeno una delle due indagini sono stati 6.097, ossia il 77,2% del totale del Paese, con 4.533 enti che hanno fornito, come richiesto, un aggiornamento sui dati al 31 dicembre 2023.

Più in generale, sono 230.940 le DAT che risultano depositate nei 6.096 Comuni. Ciò significa, una DAT ogni 191 maggiorenni. A queste vanno aggiunte quelle dei Comuni che non hanno risposto e quelle depositate presso notai, strutture sanitarie e uffici consolari, a cui non abbiamo accesso. Il 90,4% di queste sono state correttamente inserite all’interno della Banca Dati Nazionale, mentre il 9,6% dovevano essere ancora inserite nel momento in cui i Comuni (5.845) ci hanno fornito questo dato.
Nei 4.533 comuni che hanno fornito l’aggiornamento al 31 dicembre 2023 si riscontra un aumento del 52,5% delle DAT depositate rispetto all’anno precedente.

«Anche sul testamento biologico siamo costretti a sostituirci allo Stato nel fornire informazioni e servizi alla persona a causa dell’inazione delle istituzioni. E’ ciò che accade sul tema dell’aiuto medico alla morte volontaria, rispetto al quale, nell’inerzia del Parlamento sarà la Corte costituzionale a dover intervenire nei prossimi giorni per chiarire i confini del diritto esistenti, e siamo noi dell’Associazione Luca Coscioni a dover aiutare le persone che chiedono di interrompere una condizione di vera e propria tortura» dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, segretario nazionale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

«Positivo l’aumento del 52% delle nuove DAT depositate nel 2023 rispetto al 2022. Un dato che si deve a chi continua a fare iniziativa politica e informazione a livello locale su questo strumento. Ma a livello istituzionale non è mai stata condotta alcuna campagna informativa sul tema e anche in questo caso, come già accade in tema di morte volontaria medicalmente assistita, tocca a un’associazione sostituirsi allo Stato nel garantire alla popolazione diritti civili fondamentali. Particolarmente gravi i dati che abbiamo ottenuto circa il mancato inserimento delle DAT nella Banca dati nazionale. A una persona su 10 tra quelle che hanno depositato le DAT, senza questo inserimento non è garantito il rapido rispetto delle proprie volontà. Un malfunzionamento dovuto alla mancata formazione del personale da parte dei Ministeri competenti».

Da oggi e per una settimana una équipe di medici rafforzeranno il team di volontari del “Numero Bianco” (06\99313409) rispondendo a tutte le domande dei cittadini sulle DAT.

Negli ultimi 12 mesi sono arrivate 15.559 richieste di informazioni, con una media di 43 richieste al giorno e un aumento del 28% rispetto al 2022. In dettaglio: 3.302 scambi di informazioni su eutanasia e suicidio medicalmente assistito (+43%) e 823 scambi sull’interruzione delle terapie e la sedazione palliativa profonda (+27%).

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Luglio 2024
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    In questo paese non puoi morire nemmeno umanamente e dignitosamente…sembra che il Parlamento ci godi a vedere un’essere umano divorato a letto dalla malattia. Di fronte a queste cifre la politica dovrebbe legiferare immediatamente una legge sul fine vita senza ambiguità e senza la ennesima marchetta alla Chiesa Cattolica. Mia la vita, mia la malattia, mia la fine.

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