Rapine, sequestro di persona e tentato omicidio: la svolta nelle indagini sui due carabinieri fermati a Castiglione Olona
I due militari avevano allontanato una pattuglia di colleghi attiva nella zona con la scusa di voler entrare nel bosco dello spaccio. Da qui si è risaliti alle responsabilità contestate ai due carabinieri, ora sospesi dal servizio e in carcere
Alle coltellate che hanno portato all’accusa di tentato omicidio per i due carabinieri fermati sabato dopo i fatti di Castiglione Olona si aggiunge anche quella, pesante, di rapina e sequestro di persona, oltre al porto abusivo d’armi.
Emerge dalle indagini finora svolte dalla procura della Repubblica di Varese che nel tardo pomeriggio di giovedì – a seguito dell’udienza e di convalida del fermo da parte del giudice di Varese cui è seguita l’applicazione della misura cautelare – specifica l’ulteriore passo avanti nella ricostruzione dei fatti.
Ad oggi infatti risulta che i due carabinieri fossero nei pressi di Castiglione Olona già nel pomeriggio di sabato e che avessero chiesto ad una pattuglia di colleghi di defilarsi per consentire loro di poter portare a termine un’operazione antidroga.
«I due militari, nella serata del 5 luglio scorso, liberi dal servizio ed in assenza di un ordine d’impiego, avrebbero chiesto poche ore prima dell’aggressione ad una pattuglia della Stazione Carabinieri di Castiglione Olona, in servizio in quel territorio, di allontanarsi per evitare di far scoprire la loro presenza simulata in zona, apparentemente finalizzata ad accertare l’esistenza di possibili bivacchi o di spacciatori di sostanze stupefacenti nelle adiacenti zone boschive», spiegano infatti dalla Procura.
È qui che i colleghi si sono insospettati. Ed è probabilmente grazie a questa mossa che sono stati raccolti i primi elementi a carico dei due militari raggiunti da fermo 15 ore dopo i fatti, mentre uno di essi, quello in forza alla caserma di Malnate, era in servizio.
«Si deve evidenziare che quanto accaduto appare totalmente estraneo alle procedure previste ed attuate dall’Arma dei Carabinieri nell’ambito del settore della prevenzione e repressione del fenomeno dello spaccio nei boschi, unitamente agli Squadroni Cacciatori impiegati da oltre un anno nella Provincia di Varese: e difatti l’Arma ha già sospeso dal servizio i militari coinvolti», conclude la nota della Procura che
«ringrazia l’Arma per la celerità e la precisione degli accertamenti svolti nell’immediatezza dei fatti, che hanno permesso di eseguire con estrema tempestività i provvedimenti restrittivi a carico dei 2 militari».
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