La “trattativa” nel boschetto di via Curtatone a Gallarate ritarda il taglio
I manifestanti cercano di impedire il taglio del bosco, che dovrebbe lasciare posto a una nuova scuola. Passaggio anche dei Carabinieri Forestali
Annunciato già da un mese, arriva il giorno del taglio del boschetto di via Curtatone a Gallarate, destinato a lasciare il posto al polo scolastico unico che riunirà primarie e asili dei due quartieri di Cajello e Cascinetta.
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La tempistica del taglio era prevista da una ordinanza comunale di inizio luglio, il 5 agosto è l’ultimo giorno e per questo gli attivisti del Comitato Salviamo gli Alberi si sono mobilitati.
Una dozzina gli attivisti che hanno visto arrivare impresa forestale e Polizia Locale per il taglio del bosco. Lungo il fronte di via Curtatone anche gli striscioni che hanno animato già nei mesi scorsi la protesta.
«Qui investiamo 30 milioni in una scuola, un investimento che farà aumentare i valori immobiliari in una zona che non era certo una delle migliori a Gallarate» ha detto il sindaco Andrea Cassani appena arrivato sul posto (l’intervento della scuola è il “perno” del progetto Grow29 finanziato da Fondi Europei)
Gli attivisti contestano il progetto per l’impatto ambientale, il consumo di suolo e anche perché considerano sbagliata l’idea del polo unico a metà strada tra due quartieri ad alta densità abitativa (qui una sintesi delle ragioni).
Il lunedì mattina è partito subito con il confronto tra il sindaco e gli attivisti, che sono entrati nel bosco per contestare l’avvio del taglio. Una metà di loro è andata oltre le delimitazioni create dalla polizia locale, e si è fermata dopo le strisce bianche e rosse, avvertite dell’illiceità del gesto dalle forze dell’ordine.
In seguito, i manifestanti che cercano di impedire il taglio del bosco hanno chiesto l’intervento dei Carabinieri Forestali per la verifica della regolarità del taglio in questo periodo: intervento avvenuto alla fine della mattinata. Va ricordato che la trasformazione dell’area di bosco in Nuovo edificato era stata autorizzata dal Parco del Ticino, con un costo di 226mila € che il Comune dovrà versare al Parco per le compensazioni. I manifestanti però contestano anche il periodo del taglio, considerato in contrasto con normativa per la protezione della fauna.
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