Una targa d’onore per il designer Mauro Porcini: la consegna a Villa Panza di Varese
Un dialogo con il designer e Chief Design Officer presso PepsiCo, originario di Varese. Durante la serata la consegna di una targa di riconoscimento da parte dell'Ordine degli architetti
Una sala piena quella che ha accolto Mauro Porcini a Villa e collezione Panza nella serata di venerdì 30 agosto. Ad occupare i posti disponibili molti appassionati di design e innovazione ma anche amici e conoscenti che hanno voluto essere presenti e cogliere l’occasione per salutare il pluripremiato manager nato e cresciuto a Varese.
Foto di Miriam Broggini
Una serata speciale che si è conclusa con la consegna a Mauro Porcini di una targa d’onore da parte dell’Ordine degli architetti di Varese proprio per il suo contributo al mondo del design.
«In questa città è iniziato tutto, la mia passione per l’arte e per l’architettura, la mia formazione. Torno sempre qui con grandissimo piacere. Oggi giro per il mondo e racconto a tutti quando è bella Varese e quanti luoghi ci sono qui intorno unici e da scoprire. Sono andato via perché volevo inseguire il mio sogno e ho deciso di partire per l’America».
Oggi Mauro Porcini vive a New York, è considerato tra i leader e innovatori più importanti del pianeta e ricopre il ruolo di Chief Design Officer presso PepsiCo, dove è responsabile della strategia di design globale dell’azienda. Tre le altre cose, ha firmato il progetto del nuovo logo di Pepsi, in concomitanza del 125esimo anniversario del marchio.
Nella serata a Villa e Collezione Panza, organizzata dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Varese, Mauro Porcini è stato intervistato dall’architetto e designer Giorgio Caporaso e ha raccontato la sua esperienza professionale, soffermandosi nel raccontare come l’innovazione possa essere guidata da un approccio umano e centrato sulle persone.
«In un mondo globale, tecnologico, digitalizzato, iper digitalizzato l’innovazione è un must ed è assolutamente fondamentale e bisogna farla mettendo al centro gli essere umani, i loro sogni, i loro desideri, le loro esigenze».
E continua: «Fino a vent’anni fa le grandi aziende, le multinazionali come quella per cui lavoro, costruivano su scala, produzione, distribuzione e comunicazione ma oggi è un modello che sti sta sgretolando sotto la forza delle nuove tecnologie. Oggi tutti possono competere con i grandi brand, l’unico valore competitivo che si può creare è quindi l’innovazione. Innovare continuamente e farlo per le persone. Innamorarsi completamente dei clienti, dei consumatori, degli esseri umani. Creare qualcosa che aggiunga un valore emotivo e funzionale alle nostre vite, attraverso brand, esperienze».
Mauro Porcini parla anche di marketing, prodotti e numeri ma non dimentica mai di sottolineare come il valore umano stia al centro di ogni processo. «Anche il design è un atto d’amore per una collettività, si muove per realizzare qualcosa che deve essere funzionale all’umanità».
Mauro Porcini si racconta per più di un’ora e mezza. Ad iniziare dalla formazione nelle scuole di Varese, fino al salto nella Grande Mela. Le prime esperienze, il fallimento di una prima azienda fondata con Claudio Cecchetto: «Non ho mai pensato fosse stato un fallimento, l’ho sempre visto come un periodo di formazione e grande divertimento».
Gli inizi in Philips fino all’arrivo in PepsiCo e molto altro. Infine, chiude l’incontro parlando di felicità e citando tre punti fermi per realizzarla: «Investire su se stessi, capire chi siamo e cosa ci distingue da tutti gli altri. L’amore per le persone che ci stanno intorno, nella famiglia e nel lavoro. E poi, una terza che è parte di una dimensione che trascende da noi, un sogno, qualcosa che si può fare per gli altri. La felicità collettiva e individuale, in ogni settore, dalla vita privata alla politica, sono tra le prime cose sulle quali bisogna investire».
Mauro Porcini, da Varese a New York tra unicorni e innovazione
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