“Siamo rimasti a secco e il bancomat aziendale non funziona”: scatta a Gazzada la truffa della benzina

Uno schema ingannevole che sfrutta la fiducia e la solidarietà degli automobilisti. Di notte una coppia chiede denaro per fare benzina e fornisce un numero di telefono irraggiungibile

carburanti benzina

Nella notte tra il 25 e il 26 agosto, un’automobilista che viaggiava sulla strada tra Lozza e Gazzada ha vissuto un’esperienza che potrebbe rivelarsi parte di un ingegnoso raggiro. All’altezza della rotonda del Keynes, l’autista ha notato una Fiat 500 accostata sullo spartitraffico. Alla guida, un uomo di circa 40 anni, mentre una donna, anch’essa sui 40, si trovava nelle vicinanze dell’auto.
Spinto da un senso di solidarietà, il passante ha deciso di fermarsi per offrire il proprio aiuto. La donna gli ha spiegato che erano rimasti senza benzina e che, a causa di un problema con il bancomat aziendale, avevano bisogno di una piccola somma in denaro per fare rifornimento e tornare a Bergamo. Durante la conversazione, la signora ha fornito il proprio nome, Daniela, e un numero di telefono per restituire la somma ricevuta.

Il giorno seguente, però, quando l’automobilista ha tentato di contattare il numero fornito, questo risultava irraggiungibile. Questo dettaglio ha ulteriormente alimentato i sospetti, che sono diventati quasi una certezza quando l’automobilista ha raccontato la vicenda a un’amica. Quest’ultima ha infatti riferito di aver vissuto un’esperienza identica solo pochi giorni prima. Potrebbe dunque trattarsi di una truffa ai danni di automobilisti di passaggio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Settembre 2024
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Commenti

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  1. Stefano Valenti
    Scritto da Stefano Valenti

    Stessa cosa settimana scorsa alle 7 di mattina a porto Ceresio..

  2. Avatar
    Scritto da Il Pasi

    Identico anche a me, però lei mi ha fermato disperata con la moto ferma in rotonda e io da motociclista impietosito l’ho accompagnata a Morazzone a prendere una bottiglia di benzina e le ho dato anche 20 euro per tornare a Bergamo. Daniela Ghiolmi ha detto di chiamarsi.

    Pochi mesi dopo beccata tra le rotonde di Gazzada e Lozza e voleva un passaggio a casa. Quel giro si chiamava Daniela Cantini. Le ho detto di vergognarsi ma avrei dovuto caricarla e portarla dai Carabinieri.

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