Quelle opere intorno a Gallarate “richiedono compensazioni ambientali”
Tra grandi interventi infrastrutturali e progetti comunali, tutto intorno alla città è prevista ulteriore erosione di boschi e aree naturali. Pd, Lista Silvestrini, Città è Vita avviano un tour nei diversi quartieri interessati
“Il verde a Gallarate, Gallarate è al verde”: è il nome dell’iniziativa lanciata dalle opposizioni, che passerà nei diversi quartieri della città per accendere l’attenzione sulle aree naturali minacciate da opere più o meno grandi previste.
«Un’iniziativa che trae ispirazione dai fatti di via Curtatone, che hanno segnalato una certa sensibilità che esiste sul tema ambientale e del verde» dice Giovanni Pignataro, capogruppo del Pd, affiancato dagli altri consiglieri dem, da Cesare Coppe (Città è Vita) e da Michele Bisaccia (Lista Silvestrini).
«Rispetto a via Curtatone, nostra intenzione è non solo chiedere piantumazioni, ma indicare scelte concrete nei due quartieri. Ma oggi partiamo anche con un tour autunnale per la città a difesa delle aree verdi a rischio e per richiamare attenzione su interventi infrastrutturali previsti e che meritano compensazioni».
Rispetto alle singole opere non c’è per forza contestazione sull’utilità, l’approccio è un altro: «Non vogliamo rifiutare a priori le opere ma – se necessarie – garantire in ogni caso compensazioni». Compensazioni che – continuano Pd, Lista Silvestrini e Città è Vita. – l’amministrazione non ha mai chiesto o messo nero su bianco.
“Opere senza compensazioni”
Si quali opere e aree si parla? Ad esempio la zona industriale di Sciarè con il collegamento Pedemontana-336, «opera che necessita di compensazione su Gallarate che nessuno, ci risulta, abbia mai chiesto», a fronte del fatto che in quella zona sono stati già abbattute decine e decine di alberi (nella foto di apertura dell’articolo: disboscamento nella zona dello svincolo tra la periferia di Busto, Madonna in Campagna e Verghera).
Così come nulla si sa sulle compensazioni rispetto ad un’altra area che ha visto enorme disboscamento, quella tra Ronchi e Casorate dove sta nascendo il tracciato della nuova ferrovia Gallarate-Malpensa. «L’unica compensazione ipotizzata e comparsa fin qui è l’idea di una nuova pista ciclabile sulle strade di cantiere».
Queste sono opere che derivano da altri enti, non dal Comune, su cui le opposizioni chiedono che il municipio si faccia sentire. Poi c’è l’altro versante, quello delle opere sostenute direttamente dalle casse comunali, per cui le opposizioni usano l’espressione “Gallarate è al verde”, nel senso che peseranno sui conti (secondo le minoranze in modo eccessivo).
Prima di tutto c’è il palazzetto dello sport, su terreni tra la piscina e il bosco. Opera da 6 milioni, «un investimento sovradimensionato, in una zona sbagliata, con una sola strada d’accesso» contestano le opposizionio. Qui il tema è l’erosione del suolo, anche se non boschi: «Chiederemo compensazioni per l’impermeabilizzazioni di terreno».
Nelle tappe del tour le opposizioni avevano previsto anche un passaggio nella zona del passaggio a livello a Crenna, destinato ad essere sostituto da un sottopasso, «opera da 3,4 milioni già cresciuta fino a 9,8 milioni di oggi», che avrebbe inciso anche su due zone di bosco (per quanto una interclusa tra due linee ferroviarie). Preparando questa “tappa”, però, i consiglieri di opposizione hanno scoperto che l’opera è stata cancellata da fine luglio, con una delibera regionale che prende atto della scelta a inizio agosto. Le minoranze dicevano che era troppo costosa e non era strategica, quindi qui tirano un sospiro di sollievo.
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