“L’altra verità” delle Bestie di Satana, in un libro le loro lettere
Le missive spedite al direttore de "La Voce" Marco Marsili da Sapone, Leoni, Monterosso e Zampollo finiranno in un volume che riapre una vicenda che molti vorrebbero dimenticare
«Presto saprete la verità di chi non ha potuto, o voluto, dire le cose come sono realmente andate nella tragica vicenda delle Bestie di Satana», quella delle lettere di Nicola Sapone, Paolo Leoni, Eros Monterosso e Marco Zampollo scritte dal carcere a Marco Marsili. Nei corridoi del tribunale di Busto Arsizio, ad attendere la decisione del giudice sulla causa intentata da Nicola Sapone ad Andrea Volpe per calunnia c’era anche lui, il direttore del quotidiano on-line La Voce ed è proprio colui che "la voce" la sta concedendo a Nicola Sapone e Paolo Leoni detto "Ozzy", rispettivamente condannati a due e un ergastolo per gli omicidi legati alla terribile vicenda delle Bestie di Satana. Sul suo quotidiano sono numerosi gli articoli firmati da Nicola Sapone, tra i quali uno che ha suscitato molto clamore mediatico che aveva come tema la religione.
Marco Marsili sta raccogliendo materiale per un libro «che racconterà un altro punto di vista sulla vicenda – assicura lui stesso – un punto di vista che mette in secondo piano il satanismo ma mette in luce un mondo fatto di relazioni interpersonali malate e sicuramente immerse nella nebbia della droga ma non in quella gettata come fumo da Andrea Volpe, in realtà vero macchinatore travestito da pentito. Le storie di soldi dietro alla morte della Marino e molte altre vicende agli atti e "non", cioè le confessioni di uomini in carcere, soli, e che stanno riflettendo su un momento della loro vita che li ha trascinati in un vortice maledetto». Marsili sta lavorando a qualcosa di diverso dai molti volumi usciti sul tema e cerca di scavare più a fondo.
«La sentenza finale non parla di satanismo e questo sembrano esserselo dimenticati tutti – afferma Marsili dopo aver ricordato i commenti da gogna agli articoli apparsi su molti giornali – fortunatamente a parlare non è che la minoranza di questo paese. Il rispetto della persona è fondamentale ed è per questo che voglio dire che sarà una difesa di chi ha commesso delitti sanguinosi ma una riattribuzione di responsabilità». Marsili da anni si batte per il miglioramento delle condizioni carcerarie dei detenuti e ha portato avanti diverse campagne per questo, soprattutto per la costruzione di nuove carceri, e conosce bene anche la realtà di chi in carcere ci è finito. Sa che nessuno dei condannati per i delitti delle bestie ha detto tutto quello che sa, nemmeno a lui nella fitta corrispondenza che intrattiene, ma una cosa per lui è certa: «Il satanismo non c’entra».
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