Il progetto del grande polo logistico tra Tornavento e la via Gaggio
Se ne discute da quest'estate, ma per la prima volta c'è anche un'immagine di come diventerebbe la zona: l'area di campi del "campagnone" occupata per due terzi da capannoni e parcheggi
Se ne discute dalla fine di quest’estate, ma per la prima volta c’è anche un’immagine di come diventerebbe la zona tra via Gaggio e Tornavento, con l’insediamento del polo logistico e produttivo proposto da una società privata: l’area di campi del “campagnone” verrebbe occupata per due terzi da capannoni e parcheggi.
Fin qui pochi erano i dettagli sulla proposta, presentata in forma di Piano Integrato d’Intervento, che insiste – appunto – sul “campagnone”, vale a dire quella grande area di campi arativi e prati che sta tra Tornavento a Sud, la Dogana Austrongarica, via Gaggio e il bosco a Nord, la valle del Ticino a Ovest, l’asse della provinciale 52 a Est.
Ambito pregiatissimo, noto a molti, apprezzato ben fuori i confini di Lonate Pozzolo (il Comune competente), così che la proposta ha subito fatto drizzare le antenne anche agli ambientalisti del territorio, a chi frequenta via Gaggio o il paesino di Tornavento (c’è anche una petizione contro il progetto).
L’opposizione di Uniti e Liberi ha proceduto con un accesso agli atti per conoscere il progetto e l’impatto complessivo, incalzando l’amministrazione per avere dettagli. E così è venuto fuori il primo render di “Palma”, sigla di sapore naturale che sta per “PArco Logistico MAlpensa” (nota: fin qui Varesenews ha raccolto gli articoli sotto il tag “pii campagnone”, che sta per Piano Integrato d’Intervento sull’area del Campagnone).
Quanto alle superfici, sintetizzando si può dire che il progetto prevede di sfruttare l’area per due terzi e lasciarla libera per un terzo: su 312mila metri quadri centomila sarebbero usati per capannoni, centomila per parcheggi e strade di accesso, mentre l’ultimo terzo – 111mila metri quadri – sarebbe ceduto al Comune.
La parte che diventerebbe pubblica in gran parte rimarrebbe naturale (divisa tra 25mila metri di parco attrezzato e 68mila di parco naturalistico, a ridosso della Dogana austroungarica) ma ci sarebbe anche una quota (6mila metri quadri) di nuove strade e parcheggi al servizio.
L’amministrazione: “Può essere opportunità, ma nessuna decisione è presa”
«Non c’è un parere definito» ha dichiarato al quotidiano La Prealpina Mario Volonté, l’assessore all’urbanistica di Lonate Pozzolo che da settembre in avanti si è dimostrato voce possibilista se non favorevole al progetto (a fronte di un silenzio forse più imbarazzato di altri componenti della maggioranza lonatese). «C’è la consapevolezza da parte nostra – ha continuato Volonté – che il progetto può costituire un’opportunità, ma nessuna decisione è stata ancora presa».
Il “campagnone” visto dalla strada bianca che da Tornavento conduce verso la Dogana Austroungarica e via Gaggio“Tornavento sarebbe inglobata da Malpensa, ci batteremo in ogni modo”
«Sarebbe una tragedia per Tornavento» dice Nadia Rosa, dell’opposizione lonatese di Uniti e Liberi. Non è accettabile che Tornavento venga praticamente inglobata in Malpensa, come accadrebbe se fosse realizzata questa nuova cargo city fuori dall’aeroporto».
«L’idea di trasformare da agricola a edificabile l’area all’ingresso di Tornavento è improponibile. Soprattutto vedendo qual è la proposta iniziale presentata, che comporta un effetto sul territorio indescrivibile, come si è visto dal rendering diffuso questa mattina».
Per chi ama l’area del Gaggio e di Tornavento questa perdita è immediatamente percepibile. A Lonate si aggiunge la preoccupazione per chi in quel territorio abita, vive ogni giorno: «Occorre pensare anche a come tutto questo influirà sulla viabilità, con il traffico di mezzi pesanti 24 ore su 24, per non parlare della quantità di questi stessi mezzi. Le baie previste per i camion sono oltre 200» continua Rosa. «Approvare un piano del genere, così invasivo, comporta un totale stravolgimento della frazione di Tornavento e questo non è accettabile».
Una zona conosciuta e amata
Fin qui due visioni decisamente diverse, a Lonate, tra la maggioranza non ostile all’intervento e la minoranza invece che ora promette di opporsi in ogni modo. La proposta, per il resto, incide su aree di competenza del Parco del Ticino e quindi dovrà vedere un esame anche da parte dell’ente.
E appunto fuori da Lonate c’è anche già una certa mobilitazione sul tema, che sta coinvolgendo ambientalisti, ma anche frequentatori di via Gaggio, biker, i “Cavalieri del fiume azzurro” che sul “campagnone” da anni rievocano la celebre battaglia di Tornavento. Dall’altra parte ci sono interessi economici importanti, perché intorno all’aeroporto di Malpensa si muovono soggetti di grande peso economico.
C’è da immaginarsi che quella del 1636 non sarà l’unica battaglia di Tornavento: se ne prepara un’altra.
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