Alla Biblioteca di Luino gli under 35 protagonisti di un dibattito su cultura e partecipazione
Sabato 16 novembre, un confronto tra giovani, associazioni e realtà culturali ha concluso il festival "Luoghi non comuni", aprendo una riflessione su impegno civico, rete e futuro delle comunità
Una giornata intensa e ricca di confronti ha animato la Biblioteca Civica di Luino il 16 novembre, in occasione della tavola rotonda “Esperienze di cittadinanza attiva under 35”. L’evento, parte del “Luoghi non comuni festival” organizzato da Etre e dal Teatro Periferico di Cassano Valcuvia, ha offerto uno spazio di dialogo intergenerazionale per riflettere su cosa significhi oggi partecipare, costruire reti e agire per il bene comune
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La giornata è stata scandita da una serie di interventi, workshop e momenti di riflessione che hanno coinvolto associazioni giovanili, esperienze di co-progettazione e residenze teatrali da tutta la Lombardia. Al centro del dibattito, il rapporto tra partecipazione culturale e cittadinanza attiva: quali sono le motivazioni che spingono i giovani a impegnarsi per la propria comunità? Quali sono le sfide e le opportunità?
Etre e Teatro Periferico: il motore del festival
Il “Luoghi non comuni festival”, che si è concluso proprio con questa tavola rotonda, è nato dalla collaborazione tra due importanti realtà: l’associazione Etre e il Teatro Periferico di Cassano Valcuvia. A raccontarle, rispettivamente, i presidenti Nicolas Ceruti e Paola Manfredi.
«Etre è un network di residenze teatrali e multidisciplinari nato nel 2008, grazie a un progetto della Fondazione Cariplo. L’obiettivo è promuovere il lavoro di rete e valorizzare le comunità marginali – ha spiegato Ceruti -. Questo festival è un esempio concreto di come si possa collaborare per dare luce a realtà spesso invisibili, ma fondamentali».
Manfredi ha aggiunto: «Il Teatro Periferico opera da 30 anni in Valcuvia, e da 15 gestisce il Teatro comunale di Cassano Valcuvia. La nostra forza è la rete: collaboriamo con giovani realtà come tracciaminima e Utòpia. Per noi, il lavoro culturale sul territorio è un atto di cura e responsabilità, e questo festival lo dimostra».
Giochi e riflessioni: la partecipazione prende forma
L’incontro è iniziato con un’attività insolita, ispirata al domino, in cui ogni partecipante ha scelto una parola chiave per descrivere sé stesso e la propria realtà. Termini come “comunità”, “teatro” e “unità” hanno aperto la discussione. Successivamente, i partecipanti sono stati divisi in gruppi per esplorare domande cruciali sulla partecipazione: quali sono i rischi? Quali le opportunità? Perché è così difficile coinvolgere le persone? Le risposte sono state sintetizzate in parole chiave che, nella sessione conclusiva, hanno alimentato un dibattito costruttivo e stimolante.
Innovazione e tecnologia: il progetto Scip
Un momento clou della giornata è stata la presentazione del progetto di Ecate Cultura: l’app Scip. Pensata per “matchare” persone ed eventi culturali, l’app utilizza un approccio innovativo per rendere la partecipazione più accessibile. “Join the flock” (unisciti al gregge) è il motto scelto, che richiama il senso di comunità e inclusione.
Attualmente in fase sperimentale, Scip punta a diventare un punto di riferimento per gli eventi culturali in Lombardia, con un occhio di riguardo alla semplicità e all’inclusività, come dimostra l’attenzione al design per persone con DSA.
Un confronto intergenerazionale che lascia il segno
Tra i momenti più significativi della giornata, il confronto finale sulle parole chiave emerse dai gruppi: desiderio, cura, mettersi in gioco, ma anche difficoltà come istituzionalizzazione e non accessibilità. Una riflessione particolarmente sentita è arrivata da una professoressa in pensione, che ha risposto a una giovane studentessa che “lamentava” la mancanza di ascolto da parte degli adulti: «Per abbattere le barriere, adulti e ragazzi devono continuare a stupirsi».
L’incontro si è concluso con un feedback unanime da parte dei partecipanti, che hanno espresso apprezzamento per il format e per le opportunità di confronto offerte dalla giornata.
Un impegno per il futuro
Il festival “Luoghi non comuni” ha così dimostrato che la partecipazione attiva può diventare un terreno di crescita condivisa. Con il coinvolgimento delle nuove generazioni e la collaborazione tra realtà culturali, il futuro appare ricco di possibilità. Come ha sottolineato Sara Carmagnola, responsabile della progettazione del festival: «Quello che volevamo era attivare un dialogo intergenerazionale e capire cosa spinge i giovani a impegnarsi. Credo che oggi abbiamo trovato molte risposte».
Foto di Domenico Semeraro
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