In discussione in consiglio regionale una legge su prevenzione e cura di vulvodinia ed endometriosi
In Lombardia sono circa 700mila le donne che soffrono di vulvodinia, una donna su sette. In Italia si stima che la malattia interessi tra il 5% e il 12% della popolazione femminile
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« Il Consiglio regionale, in questa legislatura, è fortemente impegnato e sensibile nel promuovere le pari opportunità anche nella tutela della salute. La Commissione Sanità sta lavorando su un progetto di legge per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento della vulvodinia, ma anche dell’endometriosi e della neuropatia del pudendo. Il progetto di legge sulla vulvodinia mette al centro due “parole chiave”: informazione e prevenzione, che devono diventare sempre di più gli strumenti per gestire, dal punto di vista sanitario e sociale, le conseguenze di questa patologia, come indicato nelle linee guida del Piano Socio Sanitario dove i programmi di screening e le campagne di informazione sono considerati strategici».
Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani aprendo questo pomeriggio a Palazzo Pirelli i lavori del convegno “Vulvodinia: il dolore invisibile. Dalla sofferenza alla soluzione, sfide e innovazioni”, promosso dal Consiglio per le Pari Opportunità di Regione Lombardia.
In Lombardia sono circa 700mila le donne che soffrono di vulvodinia, una donna su sette. In Italia si stima che la malattia interessi tra il 5% e il 12% della popolazione femminile.Si tratta, quindi, di un disturbo diffuso. Ciononostante, è una malattia che può rimanere non diagnosticata o gestita in modo inadeguato per anni perché è ancora poco conosciuta anche dagli stessi medici e perché le cause non sono completamente note.
«La vulvodinia è una patologia caratterizzata da un dolore vulvare persistente e ha un impatto invalidante sulla vita relazionale e sociale della persona e sulla sua capacità produttiva – evidenzia la presidente del Consiglio per le Pari Opportunità Luce Meola – Parliamo di una patologia che spesso viene sottovalutata, fraintesa e che, soprattutto, è spesso invisibile. Compito e dovere delle istituzioni è pertanto quello di sensibilizzare e agire. Da un lato, è necessario aumentare la consapevolezza su questa condizione, non solo tra le donne ma anche tra gli operatori sanitari e le istituzioni. Dall’altro, è fondamentale stimolare la ricerca e la formazione di figure sempre più competenti nella gestione della malattia».
All’iniziativa ospitata oggi a Palazzo Pirelli sono intervenuti anche la Presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi, la Consigliera regionale Paola Bulbarelli, la Direttrice dell’UOC Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Buzzi Valeria Savasi, il Direttore Scientifico dell’”Associazione Italiana Vulvodinia – ets” Filippo Murina, la Direttrice generale dell’ASST Fatebenefratelli Sacco Maria Grazia Colombo, la Presidente del Comitato Vulvodinia e Neuropatia del Pudendo Silvia Carabelli e l’influencer Giorgia Soleri.
«Quello di oggi rappresenta un momento di confronto importante su una patologia, quella della vulvodinia, che le istituzioni e gli operatori sanitari sono chiamati ad approfondire – ha spiegato Patrizia Baffi-. Le donne che ne soffrono si trovano frequentemente isolate, senza una diagnosi chiara, senza accesso a cure adeguate, e talvolta persino senza il riconoscimento della gravità del loro dolore. Per questo nelle prossime settimane la Commissione Sanità terrà una serie di audizioni con i soggetti preposti affinchè il provvedimento di legge che andremo a definire sia il più possibile puntuale nel fornire una risposta all’esigenza di garantire percorsi di diagnosi e cura validi ed efficaci».
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