Lavoro, amore e famiglia i punti fermi di Rosina Minacapilli che oggi a Clivio compie 100 anni

Figli e nipoti festeggiano oggi i 100 anni della signora Rosina Minacapilli e la nipote Sabrina ci ha raccontato la vita della nonna: un secolo di sacrifici, di duro lavoro ma anche di tanto amore

Clivio - 100 anni di Rosina Minacapilli

Festa grande oggi a Clivio, dove la signora Rosina Minacapilli compie 100 anni. Figli e nipoti festeggeranno con lei questo importante traguardo e a loro si unirà il sindaco di Clivio Peppino Galli, che porterà a Rosina gli auguri di tutta la comunità.

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A Clivio i 100 anni di Rosina Minacapilli 4 di 12

«La nonna è ipovedente e debole d’udito ma lucida e presente», racconta la nipote Sabrina, che ci racconta la sua storia: 100 anni di una vita piena di duro lavoro, di tanti affetti e dell’amore per suo marito Filippo (con lei nella foto di apertura), scomparso nel 2012.

Rosina Minacapilli nasce il 16 dicembre 1924 ad Aidone, un piccolo paese al centro della Sicilia in provincia di Enna. E’ la terza di cinque figli di una famiglia di panificatori, una famiglia unita e lavoratrice che, al tempo di guerra, aiuta i bisognosi di tutto il paese permettendo loro di pagare dando in pegno qualsiasi oggetto o ricevendo in cambio i prodotti della terra.

«A 14 anni conosce quello che sarà il marito di una vita intera, il nonno Filippo – racconta Sabrina – Era un ragazzo che si recava al forno per ritirare il pane da consegnare alla mensa della miniera dove lavorava e aspettava che il pane che fosse cotto corteggiando la nonna; pochi minuti in cui si poteva parlare o scambiare dei messaggi scritti di nascosto.  Dopo due anni in cui non si frequentarono perché la nonna voleva tenere le distanze dal nonno, entrambi sedicenni, scoppiò l’amore e organizzarono, in breve tempo e di nascosto da tutti, la “fuitina”; poco dopo, ci fu il matrimonio riparatore, come si usava nel meridione dell’epoca».

Rosina ha sempre lavorato in casa e aiutato nella produzione di pane nel forno di famiglia, e ha avuto tre figli, Lorenzo, Michela e Sebastiano. Per loro, lei e Filippo dovettero separarsi brevemente. la più classica delle storie di migrazione verso il nord, alla ricerca di una vita migliore.

«La vita era difficile in Sicilia e i nonni decisero di comune accordo di cercare fortuna altrove, pensando di traferirsi in provincia di Varese dove già si era trasferito un fratello del nonno – prosegue la nipote – Parte per prima la figlia Michela, quindicenne, che verrà ospitata a casa del fratello del nonno a Viggiù e che cerca lavoro nella vicina Svizzera; successivamente, il nonno la raggiunge e trova lavoro come fabbro in Svizzera. Papà e figlia trovano in affitto un piccolo appartamento a Saltrio».

La famiglia è divisa e i sacrifici sono tanti: «La nonna rimane ad Aidone con entrambi i figli maschi, successivamente raggiunge papà e sorella anche il figlio minore. La nonna rimane sola in Sicilia con il figlio maggiore, Lorenzo, che continua gli studi e si trasferiscono solo quando Lorenzo inizia l’Università di filosofia e lettere alla Cattolica di Milano. La famiglia si riunisce, il nonno è un gran lavoratore, riesce a risparmiare, comprare un terreno e farsi costruire una casa».

Rosina e Filippo affrontano tutto insieme, uniti da amore e rispetto per tutta la vita: «I nonni vivono in simbiosi per ben 72 anni, si tengono la mano mentre camminano per strada e crescono i figli e nipoti insegnando i valori del lavoro, della famiglia, del rispetto; amano festeggiare le ricorrenze insieme a tutti i parenti, come si faceva un tempo, passare l’estate al mare e vivere pensando a ciò che verrà perché il futuro non è noto. Il 6 giugno 2012, dopo tanta sofferenza, il nonno a 88 anni ci lascia per sempre e da allora ci veglia da lassù. La nonna si sente persa senza il suo amore, cerca l’amore di chi le resta vicino, la famiglia non c’è più. Rosina dice sempre che è brutto invecchiare, vivere e soffrire la perdita di ogni persona cara, ci si sente sempre più soli, la vita diventa monotonia, il telefono diventa il suo mondo, il suo contatto con il mondo, una voce amica e cara che le chiede come sta e cosa sta facendo: “La vecchiaia è una brutta compagnia”, risponde lei».

Così oggi, il 16 dicembre di 100 anni dopo la nascita della piccola Rosina, i figli, i nipoti e gli amici hanno deciso di festeggiare tutti insieme il compleanno della nonna circondandola con le persone che le sono rimaste vicine, che chiedono di lei e si occupano di lei: «La nonna sarà felice di questa festa, sarà un momento di gioia e di condivisione – conclude Sabrina – Insegniamo ai giovani quali siano i veri valori della famiglia perché il tempo passa veloce e il bagaglio di ogni vita umana deve essere pesante di emozioni, gioie e dolori, amore vero, amicizia, sofferenza e di tanti valori che oggi si stanno perdendo perché la frenesia porta ad essere egoisti e a non avere tempo per godere di nulla». Valori che sono sempre stati i punti fermi della vita di Rosina e del suo grande amore Filippo.

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Pubblicato il 16 Dicembre 2024
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