SciTech 2025, il futuro dell’aerospazio tra innovazione e collaborazioni internazionali
In pieno svolgimento il forum aerospaziale tra presentazioni tecniche e un’esposizione fieristica con protagonisti come la NASA. Spiccano i modelli di aeroplani elettrici a decollo verticale e le collaborazioni tra aziende statunitensi e italiane nel settore della difesa e della ricerca
E’ in pieno svolgimento, SciTech 2025, uno dei più importanti forum sulla ricerca aerospaziale a livello planetario, con migliaia di presentazioni e confronti tecnici in corso.
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All’interno di SciTech esiste poi un’esposizione di tipo fieristico dove un centinaio di aziende americane, grandi e piccole, hanno stands per illustrare le loro attività e le loro prospettive per il futuro.
La più importante di tutte non è però un’azienda vera e propria, bensì un’agenzia, la NASA, con uno stand nel quale l’attrazione principale quest’anno è costituita dai modelli di aeroplano a propulsione elettrica.
Lo sviluppo estremo dei sistemi di accumulo di energia (ricordiamo che nel 2019 è stato assegnato un premio Nobel per la Chimica agli inventori del principio delle batterie agli ioni di litio) ha infatti reso possibile il progetto e la realizzazione di veri e propri aeroplani a batteria, addirittura a decollo e atterraggio verticale.
Il tutto è semplificato dal fatto che anche i materiali sono diventati più leggeri, tuttavia, anche se l’utilizzo di droni elettrici è oramai un fatto comune, in questo caso si parla proprio di aeroplani con equipaggio, propulsi da un set di motori elettrici, fino ad otto, dove il peso del combustibile è vantaggiosamente sostituito da quello delle batterie.
Come secondo stand in ordine di importanza va forse citato quello di Lockheed Martin, il colosso di Bethesda da 50 miliardi di dollari di fatturato, che con il sistema F35 va a costituire uno dei più importanti baluardi nella difesa aerea del nostro paese.
Tra l’altro l’Italia nei mesi scorsi ha annunciato di voler acquistare 25 nuovi esemplari di questo tipo di velivolo per una spesa di circa 7 miliardi di euro, in modo da portare questa flotta ad un totale di 115 esemplari.
Non si può poi non parlare dello stand di Northrop Grumman, la corporation di West Falls Church, in Virginia, che in Italia ha una tradizione risalente addirittura al 1961; tanto è vero che questa azienda americana ha una sede italiana a Pomezia, a sud di Roma.
NG Italia è specializzata in apparecchiature di navigazione per la difesa: in passato ha avuto un ruolo centrale nei sistemi d’arma di F-104 e Tornado, nonché negli addestratori Eurofighter ed M346 di Aermacchi.
Poi ci sono le aziende meno note ma comunque in contatto con l’Italia, come la Calspan Corporation di Niagara Falls (New York) specializzata in gallerie del vento e sistemi di misura della forza. Parlandoci assieme essi vantano contatti con una società di consulenza aerospaziale di Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto.
Infine conviene dire due parole anche sulla californiana Force Measurement Systems, di Anaheim, vicino Los Angeles, che vanta collaborazioni con Avio di Colleferro per i sistemi di misura della forza nei test missilistici al banco tenuti in Sardegna. Guardando le loro fotografie sembra proprio di vedere quell’area di mare sardo, nei pressi di Capo San Lorenzo, dove da decenni esistono queste strutture di test.
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