“Sono una frontaliera di Vergiate ed è stata negata a me e ai miei figli l’iscrizione al servizio sanitario”

La lettrice ha scoperto la situazione quando si è recata allo sportello di Asst Sette Laghi per registrare l'ultimo figlio nato. La spiegazione fornita è che Vergiate non è ancora comune di frontiera

Generico 2018

Una madre di tre bambini, di cui l’ultimo nato l’8 gennaio, ci scrive denunciando il trattamento ricevuto dall’assistenza sanitaria. Nonostante siano cittadini italiani residenti in Italia a Vergiate, alla famiglia è stata negata l’iscrizione al servizio sanitario nazionale a causa del lavoro della madre in Svizzera e la residenza in uno dei comuni finiti nel limbo del frontalierato. Ecco la sua lettera e una prima spiegazione:


Buon pomeriggio,
sono mamma di 3 bambini, di cui l’ultimo nato l’8 gennaio. Siamo cittadini italiani, residenti da sempre in Italia.
Ci siamo recati all’Asst di competenza (Sesto Calende-Angera) per l’iscrizione del piccolo al SSN.
Ci è stata negata, per questa ragione: io lavoro in Svizzera nel Canton Ticino. Ad ottobre 2024, ci siamo trasferiti da Mornago (comune presente nella vecchia lista dei 20km) a Vergiate (comune entrato solo nel 2024 nella lista dei 20km).

A par loro, dell’ASL, io e i miei bambini, essendo a carico mio, non abbiamo diritto alla sanità pubblica, in quanto non è stato ancora definito quanto e quando Vergiate (come anche i comuni di Brebbia, Saronno e Gerenzano) riceveranno i ristorni.

L’unica soluzione sarebbe, pagare la volontaria che sono 2788 € l’anno, per poterci curare nel caso ci servissero delle cure mediche.

Spero che mi aiuterete a diffondere questo fatto, sperando di far sorgere indignazione a più persone possibili, sperando di smuovere le acque alle istituzioni, che non è questo il modo per attaccare dei lavoratori, privando a degli innocenti il diritto alla sanità.
Cordiali saluti
Corina Lamberti


Quello che è successo alla signora va ancora chiarito. Da tre giorni attendiamo la risposta dall’Asst Sette Laghi per comprendere le motivazioni della risposta data allo sportello a Sesto Calende. 

La situazione in cui si è venuta a creare la donna è causata dal limbo in cui sono finiti i nuovi comuni frontalieri disposti dal governo ma non riconosciuti dalle autorità svizzere.
Come ci ha spiegato il senatore Alessandro Alfieri, per ovviare a questo intoppo il Governo ha di fatto “frizzato” la situazione facendosi carico direttamente dei mancati ristorni dei nuovi paesi frontalieri. In questo caso, dunque, anche il riconoscimento del diritto alla tessera sanitaria della lavoratrice e dei suoi figli dovrebbe essere garantito in quando residente in un comune così definito dallo Stato Italiano. 

Quando chiesto alla lavoratrice in Svizzera, invece, è il trattamento che devono sostenere i lavoratori all’estero, che non pagano le tasse in Italia e, quindi, devono contribuire in modo diretto al pagamento delle cure sanitarie.

Attendiamo, comunque, la posizione ufficiale di Sette Laghi per comprendere quale sia il trattamento dei frontalieri residenti nei comuni inseriti nella fascia di confine lo scorso ottobre.

Pubblicato il 23 Gennaio 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.