Busto Arsizio ricorda il sacrificio d’amore di don Isidoro Meschi
A 34 anni dalla morte violenta non si spegne l'affetto verso "don Lolo". Previsti tre eventi per tramandare la sua memoria
![don isidoro meschi](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2012/02/don-isidoro-meschi-117025.610x431.jpg)
La data del 14 febbraio, a Busto Arsizio, non è solo la ricorrenza di San Valentino. È anche la data che ricorda un testimone d’amore, il «prete felice», don Isidoro Meschi, morto il 14 febbraio del 1991.
Una figura di grande riferimento spirituale e umano: attento ai più fragili, fino al martirio cristiano, il suo nome evoca ancora oggi sentimenti di profonda gratitudine e ammirazione per il servizio pastorale svolto con dedizione e amore profondo.
Gli eventi in ricordo di don Isidoro
Per onorare la memoria di don Isidoro Meschi, sono stati organizzati diversi momenti di raccoglimento e celebrazione, aperti a tutta la comunità: sabato 8 febbraio, alle 15:30:, si terrà il momento di preghiera al Santuario di Santa Maria.
Il venerdì 14 febbraio,alle ore 20:45, ci sarà la Santa Messa celebrata da don Emanuele Silanos nella Basilica di San Giovanni.
Infine il 18 febbraio, alle 21:00, è in programma il concerto di San Valentino al Teatro Sociale – Delia Cajelli.
Chi era don Isidoro Meschi?
Don Isidoro Meschi era nato in Brianza, a Merate, nell’estate del 1945. Vocazione precoce, arrivò a Busto Arsizio all’inizio degli anni Settanta, ancora giovanissimo sacerdote.
“Don Lolo” fu insegnante, in particolare al Crespi, e anche giornalista, responsabile per l’Alto Milanese del Luce, il settimanale cattolico del Varesotto scomparso negli anni Duemila.
A Busto, come altri sacerdoti fecero, si trovò ad affrontare il problema della droga. All’inizio anni Ottanta l’eroina sta dilagando anche in provincia e don Isidoro, mettendo il suo stipendio di insegnante di religione, ristruttura una cascina di Busto trasformandola nel centro di recupero “Marco Riva”.
![](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2016/02/comunit-marco-riva-busto-arsizio-514089.610x431.jpg)
Si occupa di chi spesso era messo ai margini: barboni, drogati, matti, come dicevano i più allora. E proprio nei dintorni del centro “Marco Riva” viene ucciso da un ragazzo psicolabile, una delle tante persone di cui si prendeva cura.
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