Sala piena e niente code. A Materia si celebrano i 100 anni dell’Autolaghi “la prima autostrada al mondo”

Presentato nel nuovo spazio libero di Varesenews il libro di Paolo Pozzi e Luigi Sada "Cent'anni dell'Autolaghi" pubblicato da Pietro Macchione Editore

100 anni dell'Autolaghi a Materia

Il giornalista Paolo Pozzi mostra una slide dal titolo: “Quattro pretendenti e un primato: la Milano-Lainate -Varese è la prima autostrada al mondo”. L’autore del libro “Cent’anni di Autolaghi”, pubblicato da Pietro Macchione, non ha dubbi: «È un primato tutto italiano e varesino», smontando una a una le pretese degli altri paesi che ambivano a quella primogenitura, a partire dai più agguerriti, Stati Uniti e Germania.
«Gli americani – ha spiegato l’autore – hanno indicato come opera l’Holland tunnel di Manhattan a New York aperto al traffico il 12 novenbre del 1927, ma il tunnel fa parte di una rete urbana. I tedeschi hanno chiamato autostrada una pista di gare automobilistiche, la Avus, inaugurata il 24 settembre 1921».
La prima vera autostrada è stata dunque la Autolaghi inaugurata il 21 settembre 1924. Per una volta gli sciovinisti francesi hanno riconosciuto un primato italiano. Pozzi mostra un documento relativo al Congresso della strada, tenutosi in Francia il 7 settembre 1926, con l’imprimatur della parola “autostrada” scritta in italiano in un testo completamente in francese.
A Materia per ascoltare la narrazione dell’impresa titanica compiuta da Piero Puricelli, ingegnere classe 1883 e padre riconosciuto dell’Autolaghi, sono arrivati in tanti, compresi il sindaco di Castronno Giuseppe Gabri, l’assessore Daniele Bizzotto, il consigliere comunale Luca Vasoli e l’ex primo cittadino Walter Ghiringhelli. C’è infatti uno stretto legame con la cittadina del Varesotto. Il papà dell’uomo che ha progettato e realizzato l’Autolaghi, Angelo Puricelli, detto “il barba”, era nato a Castronno ed era un imprenditore stradale.

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IL GENIUS LOCI

A introdurre la serata la redattrice di Varesenews Roberta Bertolini che ha ricordato l’importanza di questo anniversario per il territorio. Un’opera titanica realizzata grazie a una sorta di genius loci, come ha sottolineato l’editore. «La realizzazione dell’autostrada è stata possibile – ha detto Pietro Macchione – perché la provincia di Varese era una terra di costruttori, lo stesso Puricelli era un imprenditore del settore. Inoltre, il territorio, soprattutto quello a nord della provincia, era il fornitore principale dei materiali per la costruzione della prima autostrada, a cominciare dalle pietre e dalla ghiaia per il fondo».
«La prima autostrada – ha aggiunto Pozzi – fu anche l’occasione per sperimentare materiali e macchinari nuovi, tra cui betoniere e impastatrici. Per realizzare il calcestruzzo dell’Autolaghi venne usata una impastatrice americana che pesava 6 tonnellate e cinque grosse betoniere del tipo Koehring-Paving del peso di 16 tonnellate che riuscivano a introdurre 1200 metri cubi di materiale al giorno».

RICERCA E DOCUMENTI

Il libro, scritto a quattro mani da Pozzi e Luigi Sada, è frutto di una grande ricerca, come testimoniano i tanti documenti pubblicati. Tra cui anche il rogito del notaio Federico Guasti, datato 18 novembre 1922, per la costituzione della società anonima autostrade e il regio decreto n. 1961 del 17 dicembre 1922 che approva  la convenzione stipulata con la società autostrade per la costruzione della rete stradale tra Milano e i laghi Maggiore, di Como e Varese.
Piero Puricelli, che si era laureato in ingegneria al Politecnico federale di Zurigo, per tutta la sua vita è stato un appassionato studioso di viabilità e di ingegneria stradale. Il primo test lo fece con la Lomnago-Azzate, la prima strada asfaltata in Italia, i cui lavori durarono un anno dall’ottobre del 1920 all’ottobre del 1921.
Nel libro sono riportati i disegni con gli schemi dell’autostrada italiana ed europea realizzati dall’ingegnere. Nonostante in quegli anni al potere c’era il fascismo, il padre dell’autolaghi non ha mai manifestato simpatie per le camicie nere. «Non c’è una sola foto di Puricelli con Mussolini. Era probabilmente di fede monarchica» ha precisato l’autore.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Febbraio 2025
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