Caravati, il sognatore con la cazeula e il fratazz
Una mostra nelle sale del multisala Impero attraversa 60 anni di lavoro di uno dei più grandi innovatori della città giardino tra vecchi e nuovi progetti
Augusto Caravati racconta i suoi progetti con la passione tipica di chi ha lavorato una vita intera con impegno e costanza tutta varesina. Come esordisce lui mentre introduce i giornalisti alla sua mostra:«Con questa mostra e il libro (Cazeula e Fratazz) festeggio 60 anni di lavoro privato e 40 di lavori pubblici importanti». Con orgoglio mostra il suo gioiello, un plastico lungo quasi tre metri che rappresenta Varese dalla Schiranna fino al Campo dei Fiori, una linga mono-rotaia unisce questi due punti e un treno sale e scende in continuazione. «Se Maroni non fosse andato al governo e fosse rimasto a Varese – spiega caravati – avremmo realizzato la monorotaia tra il lago e la montagna che avrebbe reso la città famosa in Europa».
Eccolo uno dei tanti progetti di Caravati, uomo dalle mille idee che negli anni hanno sucitato dibattiti, interesse, critiche ed elogi, così com’è stato per la sua ultima creatura: il cinema multisala Impero. «Qui c’è anche il progetto per risanare il lago di Varese – continua nel suo tour – porta la data del ’67, sono 40 anni che aspetta mentre il lago è ormai morto. Consisteva nell’abbassare il livello del lago di 5 metri per collegare tutti i collettori fognari dei paesi che scaricano nel lago ad un anello intorno al lago e poi collegarlo ai depuratori. «Questo progetto fu bloccato dall’allora presidente della Provincia Franchi – spiega Caravati – quando facemmo lo studio di fattibilità scoprimmo che una volta il lago era più basso di 5 metri e che gli scarichi fognari ne hanno alzato il livello».
Ma le idee di Caravati non smettono di stupire dalla diga per la laguna di Venezia a cuscini gonfiabili ancorati al fondo fino al prototipo di centralina idroelettrica che sfrutta le onde del mare per produrre energia elettrrica. Nella mostra delle meraviglie c’è posto anche per un progetto co-ideato con Mario Botta del teatro stabile di Varese e l’albergo dei mondiali che sorgerà vicino allo stadio Ossola. Qualche scultura, ad alternare i suoi lavori, mostra il lato artistico di Caravati, quello che rende le sue idee e i suoi progetti accattivanti e sempre sull’onda del dibattito cittadino. «A proposito – conclude Caravati – lo sapevate che il primo progetto di unificazione delle due stazioni porta la mia firma e risale a 40 anni fa?»
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