Tricolori e bandiere della pace al presidio dei cittadini mussulmani
Tutto tranquillo davanti alla Prefettura, dove è in corso l'incontro tra cinque esponenti della Comunità islamica ed il Prefetto
Erano meno di un centinaio, gli islamici che hanno animato il sit in di protesta davanti alla Prefettura, per protestare contro l’odissea legale che ormai da dieci anni accompagna la questione della Moschea di Gallarate.
«Siamo venuti in pochi perché non volevamo creare problemi proprio qui davanti alla Questura» spiega il portavoce della Comunità islamica, Samir Baroudi (foto). Un passo indietro dunque, dopo i propositi ventilati in settimana di marciare da Gallarate a Varese lungo l’A8, bloccando l’autostrada. I mussulmani si sono limitati ad un presidio rumoroso ma pacifico in piazza Libertà, con molte donne e bambini al seguito. Oltre a cartelli con scritte che rivendicavano la libertà religiosa, gli esponenti della Comunità islamica hanno sventolato bandiere della pace e tricolori (foto sotto), per sottolineare la loro contrarietà al terrorismo ed il loro essere italiani. “L’islam è pace” e “pagare le tasse si, pregare no” sono stati infatti due tra gli slogan più gettonati della giornata, accanto a quelli indirizzati direttamente al primo cittadino di Gallarate, Nicola Mucci: “Sulla strada non vogliamo pregare, sindaco di Gallarate da noi mussulmani devi imparare” ed un curioso “sindaco di Gallarate vai a confessare”. In ogni tutto è filato liscio, con Polizia e Carabinieri che si sono limitati a controllare a distanza il presidio. A scaldare gli animi non sono riusciti neppure due automobilisti che hanno rivolto qualche insulto gli islamici, con i capi della comunità che hanno subito calmato qualche “testa calda” che ha provato a rispondere a tono. Puntuale anche l’intervento da parte delle Forze dell’ordine, che hanno immediatamente preso nota della targa delle automobili.
Poco dopo le 16.30 il Prefetto Aragno, assieme all’assessore gallaratese alle identità culturali Raimondo Fassa, ha ricevuto una delegazione di cinque esponenti della Comunità islamica, capeggiata da Baroudi e dal legale dei mussulmani avvocato Tatiana Ruperto. Sull’esito dell’incontro, tuttora in corso, il portavoce della comunità sembra essere ottimista. «Fassa è una brava persona, un amico che stimiamo molto – afferma infatti Baroudi – già a Varese, quando era sindaco della città, ci aiutò a risolvere i problemi del nostro luogo di preghiera in via Giusti. Penso e spero che con lui come interlocutore si possa risolvere la questione anche a Gallarate, noi siamo cittadini italiani e siamo fieri di esserlo, l’Italia è anche il nostro paese e deve garantire i nostri diritti». Più prudente invece l’approccio all’incontro dell’avvocato Ruperto: «Il fatto che oggi ci sia questo incontro è già di per sé una cosa positiva, però non conosciamo ancora le proposte dell’amministrazione comunale, esprimere un giudizio adesso sarebbe prematuro».
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