Arrestata a Viggiù e deportata ad Auschwitz
Liliana Segre fu catturata con il padre a 13 anni sul confine italo svizzero dai nazifascisti
Liliana Segre è stata arrestata da militari italiani a Selvetta di Viggiù, in provincia di Varese, l’8 dicembre del 1943, mentre con il padre cercava di attraversare il confine svizzero. (nella foto Liliana Segre adolescente)
Aveva 13 anni quando conobbe il carcere, prima quello di Varese, poi Como e infine San Vittore a Milano. Il 30 gennaio del 1944 fu formato il convoglio che doveva trasportarla ad Auschwitz: partenza dal binario 21 di Milano, con tappa a Verona per caricare altri ebrei provenienti dall’Italia centrale. Con lei viaggiarono 36 bambini e 158 anziani nati prima del 1885. La più giovane si chiamava Fiorella Calò, nata l’8 settembre del 1943, la più anziana Esmeralda Dina di 87 anni. Di quel convoglio, secondo i documenti conservati nel museo di Auschwitz, solo 97 uomini e 31 donne superarono la selezione per le camere a gas.
A Liliana Segre venne tatuato sul braccio il numero di matricola 75190. Nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, perse il padre e i nonni paterni. Fu liberata a Ravensbruk il 30 aprile del 1945, dopo aver fatto la marcia della morte insieme ad altre 56 mila persone sfinite dalla fame, dalla violenza subita, dalla fatica e dalla paura. L’ultimo vigliacco tentativo nazista per nascondere al mondo l’orrore dei campi di sterminio.
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