Gli Usa annunciano di voler attaccare l’Isis
Il presidente Obama annuncia un piano per "indebolire e distruggere" l'organizzazione estremista in Iraq e in Siria
Ha scelto la vigilia dell’11 settembre, Barack Obama per annunciare al Congresso e alla nazione l’intenzione di sferrare un attacco durissimo alle milizie dell’Isis: «Li colpiremo ovunque – ha detto il presidente americano -. Li distruggeremo. Non c’è alcun paradiso sicuro per chi minaccia l’America». Obama aggiunge di non voler inviare truppe americane per contrastare le milizie del cosiddetto Stato Islamico. «Isis non è due cose diverse, in Iraq e in Siria: è una sola entità che richiede un approccio coerente».
È così che il presidente eletto per lasciarsi alle spalle il disastroso decennio di presidenza Bush, si ritrova con la responsabilità di dover affrontare e giustificare agli occhi del Paese, un nuovo intervento militare in Medio oriente. «Non saranno coinvolte truppe americane sul suolo straniero» dice Obama, annunciando che invierà a Baghdad altri 475 soldati, che insieme ai consiglieri militari già inviati nelle scorse settimane faranno salire la presenza armata degli Usa in Iraq a circa 1.600 unità. Il loro compito non è quello di partecipare a missioni di combattimento, ha però ribadito il Pentagono, ma quello di difendere il personale Usa e di supportare, non sul campo, le forze irachene. Obama ha quindi specificato come la strategia che verrà adottata contro l’Isis sia simile a quella portata avanti "in Yemen e Somalia". Una campagna sistematica fatta di bombardamenti aerei, quelli che ora colpiranno gli uomini del califfo Al Baghdadi, anche in Siria. Raid che avranno l’obiettivo di sostenere l’azione delle truppe che combattono contro gli jihadisti sul campo: iracheni, curdi e i gruppi di ribelli siriani considerati più moderati che riceveranno aiuti militari.
«Non ci possiamo fidare del regime di Assad – chiarisce Obama – un regime che terrorizza il suo popolo». «Useremo tutta la nostra potenza aerea nell’ambito di una campagna prolungata e senza sosta».
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