Artigiani: “Tasi, che confusione”

Confartigianato imprese Varese chiede massima attenzione alle attività produttive. «Ai comuni chiediamo il rispetto del principio di semplificazione contenuto nella norma»

Il Governo mostra troppa superficialità in tutte le decisioni che riguardano impresa e cittadini, e sembra sottovalutare i problemi che stanno gravando su contribuenti e operatori professionali che li assistono in fase di prima applicazione della Tasi. La Tassa sui Servizi Indivisibili è un caos: è sufficiente parlare con qualche imprenditore per convincersi del fatto che di informazioni sul tributo ne sono arrivate poche. E queste sono anche poco chiare e complesse da gestire. Le modalità di applicazione del tributo, ad oggi, sono infatti troppo incerte. Ed è anche per questo che Confartigianato Varese ha costituito uno Sportello Tasi (per informazioni telefonare al 0332 256111) a favore di imprese e cittadini.

Basta rivolgersi ad un Caf per capire la confusione che ha colpito i cittadini in queste ultime settimane: quando si paga, in che modo, quali sono le aliquote applicate e perché, come si calcolano le detrazioni, quali le modalità da seguire nel caso di proprietario di casa o affittuario. Le difficoltà operative, infatti, nascono proprio dalle troppe aliquote d’imposta applicabili alle diverse tipologie di immobili ma, ancor più, nella determinazione delle detrazioni spesso in funzione dei parametri più diversi: rendita catastale, utilizzo dell’immobile, carichi di famiglia…

Il fatto è che il Governo ha abbandonato il territorio, e ogni comune si trova a dover deliberare facendo i conti con una giungla di normative che complicano invece di semplificare. Ci si deve muovere in assenza di regole, e allo sbando, cercando di offrire ai cittadini quelle certezze che la Pubblica Amministrazione non è in grado di dare. I comuni deliberano con ampia discrezionalità (e a volte dando interpretazioni personali alla normativa), ma pretendono che le Associazioni di categoria usino software standardizzati per calcoli che standard non lo sono affatto; le Associazioni di categoria, in assenza di indicazioni, si leggono uno ad uno i regolamenti e le delibere comunali (a volte di oltre cinquanta pagine) per assistere le imprese e – al termine di questo lavoro – rendersi conto che alcuni comuni hanno deliberato di non deliberare.

La TASI è una follia burocratica che ha creato disagi, tensione e disorientamento tra i cittadini. Questo non è federalismo, ma improvvisazione:
– Come si può accettare che su un territorio come quello della provincia di Varese, non ci sia omogeneità nelle delibere in tutti i comuni?
– Inoltre, perché i criteri utilizzati dai Comuni per deliberare non possono essere più semplici e ponderati, per una volta senza il timore di dover far quadrare i propri bilanci?

Alle amministrazioni locali, Confartigianato Varese chiede:
– Il rispetto del principio di “semplificazione” contenuto nella norma
– L’invio precompilato dei modelli di versamento, così come stabilito dal legislatore
– Omogeneità nelle delibere, almeno per quanto riguarda i comuni della stessa provincia.

E se questo non fosse possibile, altre due devono essere le possibilità offerte dalle amministrazioni pubbliche:
– La proroga del termine di versamento dell’acconto.
– L’inapplicabilità di sanzioni o interessi qualora il versamento dell’intero tributo sia comunque correttamente eseguito entro il termine del 16 dicembre 2014.

La Tasi, inoltre, rischia di aumentare il prelievo di risorse – per altro già troppo alto – su imprese e cittadini. A lanciare l’allarme non è solo Confartigianato Imprese Varese ma anche la Banca d’Italia: se l’aliquota scelta da tutte le amministrazioni sarà quella massima del 2,5 per mille, il prelievo sulle prime case salirà del 60% rispetto al 2013; se ci si limiterà all’aliquota base dell’1 per mille l’aumento sul 2013 sarà del 12%.

«La Tasi – dichiara Davide Galli, presidente di Confartigianato Varese – lascia troppa libertà ai Comuni nell’applicazione dell’aliquota in base alla rendita catastale. Da qui la nostra preoccupazione: le imprese, con l’applicazione dell’aliquota TASI, più alta andranno a sostenere aumenti superiori al 20%, più di quanto avevano già pagato nel 2013 tra Imu e Tares (tassa, quest’ultima, che già comprendeva i servizi indivisibili). Chiediamo che nella determinazione di questi servizi, i comuni prestino grande attenzione a non inserire nelle voci di Bilancio quei costi che sono ben lontani dall’essere considerati servizi indivisibili (ad esempio, quelli legati all’anagrafe). E che identifichino correttamente i costi da ripartire sulle utenze, perché nella TASI rientrano tutti quei servizi diretti alla collettività e non solo alle imprese: manutenzione delle aree verdi, illuminazione pubblica, manutenzione delle strade, arredo urbano, sgombero neve. È logico pensare ad una equa suddivisione del tributo per abitante, ed evitare che l’ennesima tassa ricada sull’andamento delle attività produttive».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Giugno 2014
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