Ikea, Legnano punta su Rescaldina per far saltare il tavolo
In commissione l'assessore all'urbanistica Ferrè ha spiegato che il cambio di colore dell'amministrazione nel comune confinante potrebbe portare ad una riapertura dell'a procedura: "Intanto noi ne chiederemo l'annullamento"
Ora la speranza di Legnano si chiama Rescaldina con quel pezzo di terra che si incunea nella grande area agricola individuata da Ikea e altri operatori commerciali per realizzare un maxi-centro commerciale sui territori di Cerro Maggiore e Rescaldina. Ieri sera (mercoledì), in commissione territorio, l’assessore all’urbanistica Antonio Ferrè lo ha detto ai consiglieri e ai cittadini presenti: «Una delle carte su cui puntare, visto che fino ad ora siamo stati tagliati fuori dall’accordo di programma, è il cambio di amministrazione che ha interessato il comune di Rescaldina – ha detto l’assessore – i nuovi amministratori non sono a favore del centro commerciale e questo potrebbe portare alla riapertura della procedura di Valutazione Ambientale Strategica». Quel pezzo di terra, infatti, è il territorio di Rescaldina che taglia quasi in due l’enorme area verde sulla quale dovrebbe sorgere il complesso. Si fa strada sempre di più, dunque, l’ipotesi di un asse tra Legnano e Rescaldina per fermare questa procedura prima che arrivi alla conferenza dei servizi.
Nel frattempo, però, Legnano prosegue nella sua azione per fermare l’accordo di programma per vie legali e lo ha ribadito lo stesso Ferrè precisando che «è stata fatta una richiesta di accesso agli atti ai comuni di Cerro e Rescaldina e alla Regione Lombardia per verificare se le nostre reiterate richieste ufficiali di partecipare all’accordo sono state davvero discusse nei vari tavoli convocati». Se così fosse il Comune di Legnano non avrebbe mai ricevuto risposta, sia in senso positivo che negativo, e questo potrebbe essere un vulnus nella procedura che i consulenti legali di Legnano vorrebbero far valere anche aprendo un contenzioso con la Regione. Oltre a questo aspetto c’è anche il fatto che il tavolo dell’accordo di programma, che dovrebbe essere convocato per norma di legge dalla Regione, in questo caso è stato fatto partire dai comuni interessati all’opera.
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