Incendio alla Marco Riva, ignoti danno fuoco ad un mezzo
Le fiamme appiccate ad un furgone sono state subito domate dai Vigili del Fuoco. Indagano gli agenti del commissariato di Busto Arsizio
Brutta fine d’anno per la comunità di recupero per tossicodipendenti Marco Riva di Busto Arsizio. A funestare le feste natalizie di una realtà importante per tutta la città sono stati gli ignoti (uno o più d’uno non è dato saperlo, per ora) che hanno appiccato le fiamme ad un furgone parcheggiato all’esterno dell’edificio di via Vesuvio. Le fiamme sono state appiccate, con tutta probabilità, con l’ausilio di un liquido infiammabile che è stato ritrovato nei pressi del furgone dai Vigili del Fuoco subito intervenuti, insieme ad una Volante del commissariato di Busto Arsizio, per spegnere il rogo prima che si estendesse alle auto vicine. Il fatto è avvenuto attorno alle 23,30 di lunedì 28 dicembre. Sull’episodio incendiario indagano gli investigatori bustocchi che non escludono nessuna pista a partire da quella che potrebbe portare ad uno o più utenti della comunità fondata da don Isidoro Meschi nl 1987.
COS’E’ LA COMUNITA’ MARCO RIVA – Oggi la “Marco Riva” segue esattamente lo stesso metodo elaborato da don Isidoro, con l’unica differenza che, come previsto dalla legge attuale, i nuovi casi vengono segnalati dai Sert (i servizi sanitari pubblici per le tossicodipendenze) e non provengono più dal centro di ascolto di via Gavinana, ormai chiuso. Nella comunità lavorano due psicoterapeuti, due educatori professionali, un sorvegliante notturno e diversi volontari.
È cambiata anche la tipologia dei pazienti: ai giovani eroinomani si sono sostituiti uomini di mezza età rovinati, oltre che dall’eroina, da altre sostanze nocive come cocaina, hashish, marijuana, acidi e alcol. A monte di ogni ricovero si situa la libera scelta degli ospiti, che visitano la comunità e vengono informati sulle regole della convivenza e sulla natura della terapia. Se accettano di entrarvi, allora si predispone il piano di riabilitazione, che viene personalizzato sulle esigenze di ciascun ospite e predisposto sulla base dei colloqui con l’interessato e della relazione dei Sert. La durata stessa del trattamento varia in funzione delle personali esigenze di riabilitazione. In genere, si rimane alla “Marco Riva” tra i 6 e i 36 mesi, anche se per la maggior parte degli ospiti la permanenza dura un anno e mezzo. Il percorso si sviluppa attraverso tre fasi: dall’accoglienza, al trattamento terapeutico, all’inserimento lavorativo. Se al termine del periodo programmato si verifica che il residente ha raggiunto gli obiettivi prefissati, allora la terapia può considerarsi conclusa, altrimenti essa viene prolungata in funzione delle necessità.
Lungo tutto l’arco del percorso di recupero, gli ospiti risiedono stabilmente in Cascina e riprendono i contatti con il mondo esterno gradualmente e solo nell’ultima fase del trattamento.
La comunità di don Isidoro oggi arriva a recuperare il 36% dei suoi ospiti. Ma le statistiche non dicono tutto: numerosi sono i pazienti che hanno lasciato la comunità senza essere completamente ristabiliti e che, seguiti dai volontari della “Marco Riva”, sono comunque riusciti a guarire.
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