Catalano: “Accam può sopravvivere senza inceneritore”

Secondo il consigliere comunale e deputato la fabbrica dei materiali, l'impianto per il trattamento (al chiuso e senza odori) dell'umido e la produzione di biometano possono sostituire l'inceneritore, anche economicamente

Fabbrica dei Materiali, impianto per l’umido con produzione di biometano e smantellamento dell’inceneritore. Questa la posizione in merito al futuro di Accam del consigliere comunale Ivan Catalano, che è anche deputato per il Partito Liberale, protocollata lo scorso 3 dicembre: «Ho protocollato la proposta di delibera di consiglio comunale, a firma mia e del collega Marco Cirigliano – scrive sul suo blog – Accam spa, l’inceneritore di Busto Arsizio, è in una fase storica, ovvero potrebbe mutare la sua natura prevalentemente inceneritrice e diventare anche o solo una fabbrica dei materiali. Riciclare i rifiuti ci porterebbe ad una situazione di netto risparmio economico oltre che abientale. Analizzando tutti gli scenari l’unica soluzione che genera un vantaggio economico e abientale sempre anche con l’aumento della differenziata è la B2».

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Tra i 4 scenari alternativi al revamping totale dell’impianto, presentati nelle settimane scorse dal tavolo tecnico, Catalano  sottolinea che «gli scenari che prevedono la dotazione di un impianto di gestione FORSU (frazione umida) hanno dei risultati economici migliori». Il consigliere e deputato bustocco sottolinea che la cittadinanza dal 2009 chiede un cambio di rotta sulla gestione dei rifiuti e che esistono diverse esperienze sul terrritorio nazionale dai quali prendere spunto come, ad esempio, il centro di riciclo di Vedelago (in realtà fallito di recente, nda), i centri convenzionati Conai, Coreve e Corepla;

Secondo Catalano la gestione della frazione umida tramite trattamento di digestione anaerobico è fonte di energia positiva, in quanto il fabbisogno energetico di gestione del processo diminuisce rispetto al trattamento aerobico al punto che «con una opportuna progettazione si può diminuire l’impatto ambientale del processo ed è possibile integrarlo al meglio con il compostaggio. L’integrazione dei due processi consente di aumentare notevolmente l’accettabilità sociale degli impianti, in quanto il tutto può avvenire all’interno di capannoni mantenuti in depressione, serbatoi e tubazioni ermeticamente chiusi, eliminando eventuali emissioni di odori all’esterno e all’interno dell’impianto, mantenendo condizioni ottimali nell’ambiente di lavoro. Inoltre con l’utilizzo di biofiltri, per trattare l’aria esausta dell’impianto, si abbattono le emissioni in atmosfera».

Catalano, infine, mette in evidenza la sostenibilità economica grazie al biogas che si potrebbe produrre dalla decomposizione dell’umido e grazie all’esistenza di un decreto del 5 dicembre 2013 che concede incentivi al biometano immesso nella rete del gas naturale dando la possibilità di immetterlo nelle reti di trasporto e di distribuzione del gas naturale, in impianti di distribuzione di metano per autotrazione, in impianti di cogenerazione ad alto rendimento: «Il Biometano – conclude – è assimilabile al gas naturale essendo composto per la maggior parte da metano».  E’ questo lo scenario che Catalano chiede di sostenere «lo scenario B2 in sede di votazione in assemblea dei soci Accam spa ponendo all’attenzione dell’assemblea la possibilità di ricavare, dalla gestione FORSU, compost e biometano da immettere nella rete gas nazionale, con vantaggi per i Comuni soci, nonché per la cittadinanza».

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Pubblicato il 12 Gennaio 2015
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