“Mio fratello non è un terrorista”

Parlano i familiari del 30enne espulso dal Ministro Alfano. Vivono in una casa di Brunello e il ragazzo era per loro l'unico sostegno economico

VIDOE INTERVISTA DI ROBERTO ROTONDO
“Mio fratello? Ha scritto su internet che le ingiustizie non le subiscono solo i cristiani, ma anche i musulmani”. Parla A., una ragazza marocchina della provincia di Varese: è la sorella di Oussama Khachia, il marocchino espluso dal Ministro dell’Interno Alfano, perchè avrebbe inneggiato al radicalismo islamico su internet. La famiglia vive in una casa Aler da molti anni, sono conosciuti in paese e sono incensurati.

Parliamo nel soggiorno di casa. Un appartamento modesto, come tanti altri. “Noi vediamo anche i canali arabi, e certe cose le sentiamo” osserva la sorella. Questa famiglia vive a Brunello, due sorell, un fratello, un bimbo piccolo.  Qui abitava anche il 30enne espulso.”Non gli hanno dato neanche la possibilità di difenersi – racconta A. – è vero, lui è uno testardo, se una cosa è bianca per lui è bianca, se è nera è nera. Ma non ha mai fatto male a nessuno. Lo hanno preso mercoledì scorso, e anche il suo datore di lavoro è andato a salutarlo in questura. Piangeva.  Qaundo sono venuti gli agenti di polzia – continua –  ci hanno chiesto se avevamo armi. Beh, guardate anche voi, qui armi non ce ne sono”.E i suoi viaggi?
“Mio fratello è stato a La Mecca? Sì, ma ogni musulmano ci va, è come per un cristiano andare al vaticano, e allora?”.

Come definirebbe le idee poitiche di Oussama? 


“Lui è contro le ingiustizie. E basta. Noi ci appoggiamo economicamente su di lui, ha una moglie a Bregassona, in Svizzera, che però è giovane, 22 anni, e studia ancora. Non le ha mai chiesto di mettere il velo, la sostiene economicamente e inoltre le vacanze più belle, le ha fatte con lui. Lavora da quando aveva 15 anni, paga le tasse e ha pagato i contributi. E’ un italiano di seconda generazione. Vive con noi,  e ci aiuta.  Fa il saldatore professionale, alla Petrella di Castronno, lo stimano tutti.  E’ da 21 anni in italia, è più italiano che marocchino. Ora è andato a Casablanca, in campagna, dove vive anche nostro padre. E’ un’ingiustizia la sua espulsione”.

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Pubblicato il 05 Febbraio 2015
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