Padoan: “Quelli che prendono in giro la controparte non siamo noi”
Stupore del ministro dell'Economia dopo le dichiarazioni del capo dipartimento delle finanze elvetico Eveline Widmer-Schlumpf. «La linea del governo italiano è invece rimasta coerente nel tempo»
«Ho letto con grande stupore le dichiarazioni del consigliere della Federazione elvetica per le questioni finanziarie Eveline Widmer-Schlumpf, che non riflettono il contenuto del brevissimo scambio di battute avuto a margine degli incontri del Fondo Monetario Internazionale a Washington» ha dichiarato il ministro Pier Carlo Padoan. «Se è vero che in Italia si sono succeduti diversi ministri in pochi anni, la linea del governo italiano è invece rimasta coerente nel tempo. Piuttosto, in questi mesi ho registrato da parte della delegazione svizzera atteggiamenti ondivaghi, e a ogni passo avanti si è accompagnato qualche passo indietro. Quelli che prendono in giro la controparte non siamo noi» ha concluso il ministro dell’Economia e delle Finanze nel commentare le dichiarazioni della rappresentante del Governo elvetico diffuse da alcuni media ticinesi.
Italia e Svizzera hanno avviato nel 2012 un negoziato su diversi aspetti dei rapporti finanziari e tributari in essere tra i due paesi, che riguarda prevalentemente la tassazione dei risparmi detenuti da cittadini italiani presso le istituzioni finanziarie svizzere e la richiesta svizzera di revisione dell’accordo già in vigore sulla tassazione dei lavoratori transfrontalieri.
«Esprimo da parte italiana la forte insoddisfazione per la mancata volontà da parte svizzera di finalizzare i dettagli di un’intesa complessiva sulle varie questioni sul tappeto i cui termini generali sono già stati da tempo concordati. Ho esortato la mia interlocutrice a mettere nero su bianco la posizione svizzera sulle questioni ancora aperte. Speriamo così finalmente di poter giungere a una finalizzazione di questo negoziato».
Nel breve scambio avvenuto a Washington, il ministro Padoan ha anche ricordato alla controparte che un’esasperazione delle posizioni negoziali, come ad esempio la minaccia di una denuncia dell’accordo in vigore sui transfrontalieri, rischiano di rendere più difficile il conseguimento di soluzioni accettabili per entrambe le parti. (fonte MEF)
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