Che fine han fatto le “casette dell’acqua”? Forse si parte

Ci sono in molti paesi vicini, ma non in città. Nell'ottobre 2013 il Comune ha dato incarico ad Amsc, che però solo ora è arrivata a fare il primo passo: ora si parla dell'estate per arrivare ad avere i distributori

Ma che fine hanno fatto le "casette dell’acqua" di Gallarate? Erano state annunciate (come progetto) a fine 2013: dopo aver ricevuto l’incarico dalla giunta comunale a inizio 2014, infatti, ora Amsc è arrivata a definire il primo passo ufficiale per cercare chi gestirà le casette dell’acqua, con un avviso pubblico perchè le aziende private presentino "manifestazioni d’interesse".

Ripercorriamo i passaggi: la prima ipotesi uscita dal municipio era per la realizzazione di 4 punti di distribuzione, uno in centro e tre nelle periferie (Crenna, Sciarè e Madonna in Campagna). Poi a ottobre era stata pubblicata la delibera di giunta che affidava all’azienda comunale Amsc il compito di rendere operativa la proposta (considerato anche il ruolo di gestore della rete idrica), cercando aziende che costruissero i distributori d’acqua pubblica.

E da allora? Già nel luglio 2014 – a 9 mesi dall’affidamento dell’incarico a via Aleardi – il Movimento 5 Stelle aveva chiesto aggiornamenti sul progetto. Cosa è successo nel frattempo? Un primo passaggio problematico è legato alle norme comunali che stabilivano che Amsc fosse l’unica azienda titolare della distribuzione e vendita dell’acqua potabile: il legale dell’azienda comunale di via Aleardi aveva sollevato la questione con il Comune. «Il senso della norma per noi era chiaro, era stata pensata in altri tempi per evitare allacciamenti e vendita abusiva dell’acqua» spiega l’assessora all’ecologia Cinzia Colombo, che abbiamo sentito sul tema. «Il pronunciamento del segretario comunale ha poi consentito di chiarire la legittimità» dell’affidamento a terzi delle "casette dell’acqua".

La giunta, sulla base di studi e confronti anche con alcuni gestori degli impianti nei Comuni vicini, ha intanto rivisto a due il numero ideale di casette dell’acqua, rispetto al bacino che già vede altri impianti presenti (nella foto sotto, quello di Cardano al Campo. I due punti? Una in centro nell’ampio parcheggio ex Bonicalzi in via Rusnati (di fianco alle scuole Majno e alle elementari di via Seprio) e l’altra in via Aleardi, asse centrale della zona residenziale del popoloso quartiere Madonna in Campagna, verso il confine con il rione Arnate.

Al di là dei luoghi, la pubblicazione del bando dipendeva da Amsc. E proprio in via Aleardi oggi si devono chiedere chiarimenti: essenzialmente, in questi mesi di grandi operazioni (Commerciale Gas, Prealpi Servizi, rete Prealpi Gas, ma indirettamente anche la partita Accam e rifiuti) le casette dell’acqua non sono state tra «le priorità», come ammette anche l’amministratore unico Luciano Spairani, subentrato alla guida dell’azienda a giugno 2014. «Abbiamo pubblicato l’avviso per manifestazione d’interesse rivolta ai possibili gestori. Affidiamo in toto la gestione delle casette: noi forniamo solo l’allacciamento all’acqua potabile». L’avviso è stato pubblicato sul sito venerdì 27 febbraio.

Il bando per la ricerca di aziende interessate si chiuderà il 13 marzo prossimo, a questo punto si dovrebbe passare al bando vero e proprio per l’affidamento. «Ora andiamo avanti in modo deciso, per arrivare entro l’estate a installare gli impianti» garantisce Spairani. Sarebbe finalmente un traguardo, dopo oltre un anno e mezzo dalla decisione di realizzare le casette, che già esistono in altri Comuni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Febbraio 2015
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