Poste, il piano tagli è sospeso

La chiusura di 61 uffici postali e la razionalizzazione di altri 121 sarebbe dovuta partire il prossimo 13 aprile. Settimana prossima il tavolo regionale per discutere le variazioni alla decisione dell’azienda

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Il piano di Poste Italiane che prevede, per la Lombardia, la chiusura di 61 uffici, soprattutto nei piccoli Comuni e l’apertura a giorni alterni di altri 121, sarà sospeso per qualche settimane e saranno considerate alcune eccezioni. Ne dà notizia il sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione della Regione Lombardia Daniele Nava.

RICONOSCIMENTO SPECIFICITÀ – “A seguito della risoluzione approvata dal Consiglio regionale il 3 marzo – spiega Nava – abbiamo avviato immediatamente un dialogo con la Direzione nazionale di Poste italiane, ottenendo la sospensione del piano, che sarebbe dovuto entrare in vigore dal 13 aprile e la sua parziale revisione”. “Abbiamo fatto presente le istanze dei nostri territori – aggiunge Nava – e le criticità del piano e abbiamo trovato disponibilità nel vedere riconosciute alcune specificità. Abbiamo concordato di completare congiuntamente l’analisi dei territori prima di dare definitiva attuazione al piano di Poste”.

TAVOLO REGIONALE – Come richiesto dal Consiglio regionale, sarà convocato la prossima settimana il Tavolo regionale, con i soggetti coinvolti, per discutere sulle possibili modifiche del piano di Poste Italiane: “si tratta – sottolinea Nava – di trovare proposte concrete e pragmatiche di soluzione che possano fare sintesi tra le esigenze dell’azienda e della collettività”.
Le Sedi territoriali della Regione sono già al lavoro per raccogliere i dati necessari. “Va tenuto presente infatti – ricorda il sottosegretario – che l’entrata in vigore del piano non è in discussione, come ha anche confermato l’Amministratore Delegato di Poste Italiane in Conferenza Regioni, e presso le Commissioni Parlamentari, dato che applica un decreto
Ministeriale del 2008, aggiornato da una recente delibera dell’Agcom (2014)”.

LE SITUAZIONI DI DIFFICOLTÀ – “E’ stata riconosciuta – spiega ancora Nava – la nostra esigenza di introdurre nel Piano criteri in più, oltre a quelli già previsti dalle leggi nazionali. In particolare, si tratta di elementi come la presenza di frazioni isolate, la difficoltà a raggiungere gli uffici anche per assenza di collegamenti, la mancanza di sportelli bancari nei
Comuni dove è prevista la chiusura degli uffici, la desertificazione commerciale, oltre che la previsione di riduzione del servizio in zone ad alta valenza turistica”.

REGIONE APRIPISTA – “Abbiamo ottenuto un importante risultato – conclude Nava – avviando un metodo di lavoro che potrà essere esteso alle altre Regioni. Come sempre la Lombardia fa da apripista”.

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Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Marzo 2015
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