Il Varese sprofonda, retrocessione a un passo
I biancorossi perdono 0-3 in casa con il Catania e restano ultimi da soli, staccatissimi dalla zona salvezza. La squadra di Bettinelli non crea palle gol e all'intervallo si è già arresa
Ha tutti i contorni di un funerale lungo tre mesi quest’ultimo scorcio di campionato per il Varese. Nel turno prepasquale i biancorossi sprofondano ulteriormente sul fondo della classifica, dopo aver subito tre reti in casa (a zero) e dopo aver alzato bandiera bianca già nell’intervallo, quando già sul tabellino c’era il doppio svantaggio.
Una resa anche prevedibile nei fatti (vero, il Catania è alla prima vittoria esterna dell’anno, ma ha un organico di livello ben superiore), meno per come è maturata: zero occasioni da rete, poco mordente, errori assortiti in occasione delle reti subite e nessuna reazione forte quando pure gli ospiti sono rimasti in dieci. Cardiogramma ed encefalogramma piatti dunque, quando alla fine del campionato mancano ancora otto giornate; un periodo duro da sopportare per tutti, tifosi in primis, al quale si affianca l’incertezza sul futuro societario. Gli ultras questa sera hanno ripetuto la contestazione ma è evidente che anche questa non ha più presa sulla squadra. C’erano tanti modi per congedarsi dalla Serie B, purtroppo il Varese sta scegliendo quello più faticoso da sopportare, una lenta e lunga agonia. E ormai si è arreso anche Bettinelli che nel dopo partita, pur difendendo (logicamente) l’impegno dei suoi ammette: «Inutile nascondersi dietro a un dito: finché non sarà retrocessione ci batteremo, ma la classifica è davanti agli occhi di tutti». E dice Varese a 28, Brescia (vincente) a 31 e Catania ancora terz’ultimo a quota 38. Playout è salvezza, a 39, sono a undici lunghezze: troppe anche per sperare in una serie di miracoli.
COLPO D’OCCHIO – Stadio sferzato dal vento che fatica a riempirsi nel prepartita. Alla fine saranno meno di tremila le presenze al “Franco Ossola” anche se la curva appare piuttosto piena (ma poi contesterà squadra e società). Pochi anche i tifosi ospiti, contati in alcune decine e nulla più nel proprio settore.
CALCIO D’INIZIO – Ci sono un paio di sorprese rispetto a quanto ci si aspettava dal Varese. La prima è l’assenza di Blasi rimpiazzato da Capezzi, la seconda è che Bettinelli sceglie Culina sulla sinistra (ieri ipotizzavamo Falcone). I biancorossi si schierano così con il 4-2-3-1 con Osuji all’altezza degli esterni e Kurtisi unica punta. Marcolin invece disegna la sua squadra come previsto, con un trequartista (Castro nell’occasione) alle spalle della coppia formata da Maniero e Calaiò. In porta c’è Terracciano mentre Gillet, convocato, non è neppure in panchina.
IL PRIMO TEMPO – La cronaca della prima frazione di gioco è una calma piatta per circa 35′. Periodo nel quale il Varese (a sfavore di vento) appare più vivace in avvio, salvo poi cedere metri di campo a un Catania che pare tutt’altro che irresistibile ma che ugualmente occupa meglio gli spazi e prova a mettere un po’ di pressione sui biancorossi. Anche per questo il migliore tra i padroni di casa è Osuji, che parte come un treno quando la difesa recupera palla e nel giro di pochi minuti costringe il Catania a due cartellini gialli, sventolati a Sciaudone e Odjer.
Quando però gli etnei schiacciano l’acceleratore, arriva un doppio schiaffo al volto della squadra di Bettinelli. Lo 0-1 arriva al 39′, quando Sciaudone sfrutta una prateria lasciata sguarnita da Luoni per avanzare e crossare sul secondo palo; sponda di testa di Castro per Maniero appostato in area piccola e bravo a tagliare fuori Borghese per toccare in rete (dopo una trattenuta precedente su Fiamozzi, non rilevata). La reazione del Varese è tutta in un tentativo da fuori di Zecchin arrivato poco dopo la ripresa del gioco; nell’occasione si scontrano in modo violento Schiavi e Kurtisi. Il difensore sembra avere la peggio e invece sarà l’attaccante biancorosso a dover lasciare il terreno di gioco; al suo posto Bettinelli sceglie Forte.
Ma è ancora il Catania a segnare a pochi secondi dalla fine grazie a tutto il suo reparto avanzato: Maniero stavolta fa la sponda, Calaiò si butta nello spazio senza arrivarci a differenza di Castro che giunge come un treno, colpisce in corsa e batte l’incolpevole Perucchini.
LA RIPRESA – Di fatto, con due reti da recuperare a metà partita, il Varese ha già alzato bandiera bianca mentre i suoi ultras hanno da tempo iniziato la contestazione, con lo striscione “Venduti” a campeggiare davanti al vuoto lasciato al centro della Nord. Che ormai nessuno ci creda è chiaro dopo il 7′, quando cioè il Catania resta in dieci per il secondo giallo preso dall’ingenuo Odjer.
Anche con l’uomo in più infatti, il Varese non riesce a colpire e non ci va neppure vicino; l’innesto di Falcone per l’abulico Barberis dà giusto un pizzoco di vivacità in più, ma alla prova dei fatti non cambia nulla. Se non il punteggio e ancora a favore del Catania: ingenuità di Culina (è il 19′) in copertura, palla che finisce a Calaiò e il bomber di razza emerge con un tiro perfetto – forte, teso, preciso, imparabile – da fuori area.
L’ennesima sberla alla quale il Varese non riesce a reagire: sugli spalti anche la contestazione è terminata, diversi tifosi se ne vanno in anticipo e l’arbitro Manganiello può limitarsi a lasciar scorrere il tempo fino a un triplice fischio finale che è un’ulteriore spinta nel baratro. Qualunque esso sia.
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