Lacrime e dolore, l’ultimo saluto a Sabrina

Era una chiesa gremita quella che ha dato l’ultimo saluto a Sabrina Manganaro, la venticinquenne morta domenica scorsa dopo essere caduta da cavallo durante una gara a Torino. Non uno spazio libero all’interno della basilica e un affollatissimo sagrato per dire addio alla ragazza che da sempre aveva la passione per i cavalli. «Ti eri laureata con 110 e lode con una tesi proprio sul cavallo -raccontano gli amici dal pulpito con la voce rotta dalla commozione- e presto avresti iniziato a lavorare in uno studio legale».

Nel frattempo la passione per il cavallo non si è mai interrotta. «Eri diventata insegnante -ricordano ancora gli amici- e nel frattempo tu e il tuo Alessandro coltivavate il sogno di aprire un centro tutto vostro». Un sogno che si è infranto a Torino, dopo quella tragica caduta durante un esercizio ripetuto chissà quante volte. «Eri una persona speciale, hai reso la vita di tutti migliore -raccontano altre amiche durante i funerali- e proprio per questo adesso tutti noi dobbiamo andare avanti».

Un abbraccio intenso quello che Lonate Pozzolo le ha dedicato a seguito della tragedia e al quale il parroco Don Giuseppe ha cercato di dare un senso. «Sabrina è viva per sempre nel signore -ha detto durante l’omelia- e noi dobbiamo ricordarla credendo che ora è nella gioia piena che nessuno mai le potrà portare via». Don Giuseppe ha esortato ad «avvertire la presenza viva del Signore che si prende cura di noi tutti, di Sabrina in particolare» ricordando sopratutto che «le cose non finiscono».