La scuola si prepara a scendere in piazza
Si profila un'ampia partecipazione allo sciopero generale indetto per martedì 5 maggio. Il corteo è previsto a Milano ma ci potrebbero essere flash mob . Contestata la Buona Scuola in discussione in questi giorni
La scuola si prepara a vivere, dopo 7 anni, una giornata di agitazione che coinvolgerà tutto il comparto. Le sigle sindacali, unite FLCGIL, CISL, UIL, SNALS e FGU hanno ufficialmente proclamato per martedì 5 maggio lo sciopero nazionale per contestare il disegno dei legge sulla “Buona Scuola”.
Per tutta la giornata, docenti, personale ATA e anche qualche dirigente manderanno un chiaro segnale al Governo: così com’è in discussione, la Buona Scuola non ci piace.
Domani e dopodomani, mercoledì 29 e giovedì 30 aprile, 10 assemblee sono state indette dalla Flc Cgil per spiegare ai lavoratori le ragioni di questa protesta e le modalità.
Tutti gli aderenti provenienti dalle città del Nord Italia, confluiranno a Milano dove è previsto il corteo a partire dalle 9.30 da Piazza Repubblica con arrivo all’Arco della Pace. Per chi non volesse aderire alla manifestazione generale, c’è la possibilità di organizzare flash mob aderendo all’appello lanciato attraverso il social Facebook
« La fibrillazione è tanta – commenta Raimondo Parisi, segretario provinciale della Flc Cgil – abbiamo notizie di scuole che chiuderanno completamente. C’è molta preoccupazione tra il personale, soprattutto tra i docenti che sono quelli più penalizzati dalla Riforma».
È convinta della massiccia adesione anche il segretario della Cisl Scuola Adria Bartolich: « La tensione è alta: se, da una parte, i precari sono contenti perché vedono la fine del loro lungo calvario, dall’altra ci sono i super poteri del dirigente che preoccupano sia i professori sia gli stessi presidi che si troverebbero con molti poteri ma scarsi strumenti. Ora, sembra, che si stiano definendo meglio le cose con l’inserimento di una serie di emendamenti presentati dalla stessa maggioranza. Se il Governo avesse accettato prima il dialogo e il confronto, non saremmo dovuti arrivare a questo punto».
Ciò che viene contestato è sia la nuova figura del dirigente “sceriffo”, sia l’abolizione degli organi collegiali sia l’esclusione dei precari iscritti alle graduatorie di seconda fascia: « Tecnicamente – spiega Bartolich – il personale ATA non è compreso dalla “Buona Scuola”, ma la loro presenza è motivata dalle tante decisioni prese in passato che hanno penalizzato fortemente la loro posizione».
Il Governo, tramite il Ministro all’Istruzione Giannini, fa sapere che lo sciopero generale non fermerà il lavoro di profonda innovazione che interesserà la scuola. Il Ministro è convinto che, appena saranno chiari i principi ispiratori della riforma, il consenso sarà ampio e convinto.
Fa discutere, infine, la decisione dell’Invalsi di far slittare al 6 e 7 maggio le prove fissate alle primarie. I Cobas hanno annunciato ricorso e sulla stessa linea si dichiara la Cgil: « A livello nazionale – spiega Parisi – stanno studiando se ci sono gli estremi per impugnare la decisione».
Favorevole al rinvio la Cisl: « È una prova che ha un significato statistico – commenta Adria Bartolich – se non viene fatto nel rispetto delle regole, vanifica il risultato. Il rinvio era l’unica soluzione».
La scuola si prepara, con un occhio a Roma e al dibattito in commissione parlamentare che avviene in questi giorni.
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