Inizia la maratona per il Pgt che “taglia” il cemento

La Variante del piano in vigore dal 2011 prevede in particolare l'eliminazione del cemento sulla zona a Sud della città, scelta molto contestata da Forza Italia e temuta in parte anche dalla Lega. All'esame 137 osservazioni: si parte alle 19 di oggi, mercoledì 3 giugno

variante pgt gallarate urbanistica

Quattro giorni per esaminare le 137 osservazioni alla Variante al Piano di Governo del Territorio di Gallarate, lo strumento che indica le linee guida e le scelte puntuali sul futuro della città, dal punto di vista dell’edilizia e delle opere di viabilità e trasporto. Si parte questa sera, mercoledì 3 giugno, con il consiglio comunale convocato alle 19, si proseguirà con una seconda seduta giovedì alle 19, una terza venerdì sempre alle 19 ed eventualmente – se necessario – anche sabato e domenica, con altre due sedute convocate alle 10 del mattino.

La Variante al Pgt è quella approvata a dicembre 2014, che prevede in particolare (è la scelta più forte, quella che ha creato più contrapposizioni) il “taglio” del cemento su 600mila metri quadri di territorio a Sud della città, sulla Area 336 (così detta perchè attraversata dalla superstrada 336 “della Malpensa”) verso il confine con Busto e con Verghera di Samarate. Se in questa zona è stata adottata la “opzione zero” sulle nuove edificazioni, una scelta di tutela è stata adottata anche in altre aree delicate, come la collina di Crenna, già al centro di polemiche nell’inverno scorso a causa di un progetto approvato nel 2007. La Variante conferma invece la possibilità di costruire in alcuni terreni che sono all’interno dell’edificato urbano, già circondati da altre case.

Infine: la Variante rivede alcune aree di trasformazione (zone dismesse), tra cui il comparto nei dintorni della stazione, ampia area dismessa problematica anche sul fronte della sicurezza (con le Officine FS divenute anche abitazione di fortuna per senzatetto). La Variante prevede lotti di intervento più limitati, per invogliare gli operatori privati ad avviare il recupero di queste aree inutilizzate, da riutilizzare per nuove funzioni, anche rivolte ai pendolari.

 Forza Italia contesta in particolare la “opzione zero” sulla Area 336 e proprio su questo prenderà la posizione più netta: «Sul blocco 336 non parteciperemo al voto, visto l’alto rischio legato all’opzione zero che abbiamo denunciato» spiega il capogruppo di Forza Italia Germano Dall’Igna. I forzisti più in generale difendono il piano del 2011, anche rispetto al progetto per la zona a Sud della città: «Il nostro Pgt aveva un giusto equilibrio tra costruzioni e tutela del verde al confine con Busto». Quanto alle altre osservazioni, Forza Italia opterà per l’astensione, ma si sta valutando come muoversi rispetto alle osservazioni presentate dalla Lega Nord.

La Lega Nord non boccia su tutta la linea la Variante, ma è critica sulla eliminazione delle edificazioni in zona 336 e sulla previsione di due nuovi luoghi di culto (che è generica, ma è interpretata dalla Lega come «due moschee»). Il carroccio ha anche presentato – a differenza di Forza Italia – alcune osservazioni che saranno poste in votazione. «La Variante di Piano presenta sicuramente aspetti positivi, sulla riduzione del consumo di suolo e della riqualificazione dell’esistente» dice il capogruppo Paolo Bonicalzi. «Non ci convince l’opzione zero sulla 336, dove esistono diritti acquisiti da 20 anni, a partire da Guenzani assessore all’urbanistica: un’azione così forte è rischiosa». La Lega fa riferimento ai possibili ricorsi da parte dei grandi proprietari nell’area verso Busto e probabilmente uscirà dall’aula al momento del voto sulle osservazioni sull’Area 336 e al momento del voto finale. Altro punto contestato, le previsioni di luoghi di culto, pur vanificate allo stato attuale dalla Legge Regionale sul tema, che di fatto blocca qualunque nuove costruzione di chiese, templi o moschee: «La maggioranza ha accettato in parte le nostre osservazioni: recepiscono solo Legge Regionale, ma la previsione dei luoghi di culto rimangono. Se la Corte Costituzionale bocciasse Legge Regionale, ritornerebbe il rischio di questi due luoghi di culto».

Sul fronte della maggioranza, si fa quadrato in particolare intorno alla scelta di eliminare completamente le previsioni di nuovo cemento sulla Area 336, nella zona al confine con Busto e Verghera: nei giorni scorsi SEL ha diffuso una nota molto dura contro le contestazioni di Forza Italia alla “opzione zero” per l’area a Sud della città, difendendo la Variante che prevede “sulle aree della SS336 di mantenere semplicemente il verde che c’è, senza quei centri commerciali, ospedale unico, logistica, edifici, centri multisala, sale per le esposizioni, per oltre 1 milioni di metri cubi, che l’attuale PGT del centrodestra vorrebbe edificare”. L’assessore Giovanni Pignataro e la  maggioranza restano fedeli in particolare all’idea che la riduzione del cemento rientra nella “libertà programmatoria di un Comune”, sancita anche in giurisprudenza: la previsione esistente in passato secondo la maggioranza non comporta la creazione di diritti edificatori. Chi ha comprato terreni per costruire – è la tesi ribadita – l’ha fatto assumendosi un rischio d’impresa, ma senza avere in mano un diritto acquisito.
Il Pd – nel suo comunicato alla vigilia della maratona in consiglio – ha lanciato anche un appello anche !a tutti coloro che vorranno contribuire ad un futuro migliore per la nostra Città” e alle altre forze politiche, soprattutto alla Lega Nord: “pensiamo in particolare – scrive la segreteria dei decmoratici – a chi è stato eletto con un programma elettorale che chiedeva a gran voce ‘basta cemento!’”.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 03 Giugno 2015
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